Copertina di Dicefolk, il gioco roguelike tattico

Dicefolk è un rougelike tattico semplice ma sorprendentemente entusiasmante

Il gioco è stato pubblicato da GoodShepherd Entertainment e sviluppato collaborativamente da due studi: LEAP Game Studios e Tiny Ghoul, entrambi agli esordi. Il publisher su Steam definisce questo titolo come un «gioco roguelike tattico basato su dadi personalizzabili e meccaniche di cattura-mostri». Una definizione che in realtà secondo noi lascia molto all’immaginazione, ma vediamo il perché insieme. Abbiamo potuto provare Dicefolk e questo è ciò che ne pensiamo.

Prima di inziare la recensione però è necessario fare una premessa importante: questo gioco al momento non è disponibile in italiano, sebbene sia stato tradotto in dieci lingue, tra cui ovviamente l’inglese.


La trama: una lotta per salvare l’umanità


Schermata iniziale di Dicefolk
Schermata iniziale di Dicefolk. GoodShepherd Entertainment

Prima di parlare della trama di Dicefolk, è giusto dedicare qualche riga per tutti coloro che non hanno ben presente cosa sia un roguelike. Si potrebbe parlare di come il gioco si riferisca a Rogue, iconico titolo anni ottanta da cui deriva il genere e di come sia avvenuta questa genesi, ma sarebbe di nuovo unicamente per gli appassionati del genere.

Daremo, invece, giusto qualche coordinata. I giochi di questo tipo sono caratterizzati da tre aspetti: lo stile demo (che quindi resettano i progressi quando si viene sconfitti), l’esplorazione di dungeon generati “casualmente” e una trama nascosta sotto la superficie.

Infatti, i roguelike spesso hanno un gameplay incentrato sulle meccaniche di gioco piuttosto che sugli avvenimenti di trama. In tal senso, Dicefolk è in tutto e per tutto un roguelike, per quanto molto tattico. Questo è evidente a partire dal prologo, che ci pone di fronte a un’introduzione più classica che mai.

La trama in Dicefolk: un incrocio tra Zelda e Yu-Gi-Ho!

Trecento anni fa Salem, il nostro nemico, ha stregato le più potenti chimere del mondo e questo ha quasi spazzato via l’umanità. Ora lo stregone malvagio riposa nel cuore del monte Eborian a est. Solo Alea (che saremmo noi), eroina dei dicefolk, può sconfiggere questo temibile nemico e riportare la pace. Tutto ciò grazie al potere dei dadi concesso dall’antica dea Fortuna che ci permette di evocare a nostra volta delle chimere che ci aiutino (un po’ come in Yu-Gi-Oh! ma con i dadi al posto delle carte).

Schermata prologo Dicefolk
Il prologo ci mostra la corruzione del malvagio Salem. GoodShepherd Entertainment

Insomma, una storia alla Zelda, chiaramente citato visto lo stile grafico con cui viene narrato l’antefatto. Quindi niente di nuovo o sorprendente sotto questo fronte. Anche durante il gioco non è che la storia si addensi particolarmente: in quanto eroi dell’umanità ci faremo strada tra un’ondata di chimere e l’altra per riuscire infine ad affrontare Salem in carne e ossa.

Il fatto che trama e ambientazione siano apparentemente snelle e poco evidenti, però, non vuol dire che sia tutto qui. Come spesso accade in questo genere di giochi, il lato narrativo si cela in brevi indizi che dovremo collezionare una partita alla volta e cercare nelle descrizioni degli elementi che incontreremo durante il gioco.

In breve, in Dicefolk sta al giocatore andare a scovare la lore nei particolari, un aspetto che non tutti apprezzeranno ma che è ben compensato dallo stimolante lato tattico del roguelike.


Il lato migliore: un gameplay tattico in perfetto stile roguelike 


Al di là della storia più o meno nascosta, Dicefolk è un gioco che si distingue per le dinamiche di gioco, che non solo interpretano al meglio il genere roguelike ma che garantiscono un’esperienza avvincente e complessa a livello tattico. Vediamo però in cosa consista effettivamente il gioco.

I pilastri di questo gioco sono due: l’esplorazione di dungeon generati “casualmente” e la costruzione del nostro party di chimere. Questi due aspetti sono interconnessi, in quanto in ogni spedizione in cui ci imbarcheremo dovremo assemblare il nostro party da zero, collezionando le chimere che incontreremo lungo il percorso. Tuttavia, partiamo dalla schermata pre-partita.

I talismani: set-up della partita e progressione della storia

Schermata pre-partita Dicefolk
Il talismano iniziale con cui si inizia Dicefolk. GoodShepherd Entertainment

Per prima cosa il gioco ci mette di fronte a una scelta che condizionerà tutti gli aspetti della spedizione che ci accingiamo ad intraprendere: quale talismano usare. Inizialmente avremo a disposizione un singolo talismano (quello qui sopra), ma andando avanti ne sbloccheremo altri. Il talismano definirà non solo le chimere iniziali, ma anche quelle che potremo collezionare.

Di partita in partita sbloccheremo chimere più potenti, che potremo poi attirare con i talismani ad esse collegati. In un certo senso quindi giocando miglioreremo i talismani in nostro possesso. Quando riusciremo a completare una missione fino alla fine con un talismano sbloccheremo quello successivo.

Anche se i talismani non hanno un effetto diretto sui nemici che incontreremo all’interno del dungeon, essi di fatto regolano anche la difficoltà del gioco. Ciò non solo perché le chimere che ci forniscono all’inizio della partita o a cui ci danno accesso nel suo svolgimento sono via via più potenti, ma anche perché definiscono i dadi a cui avremo accesso (aspetto che vedremo dopo).

Inoltre, completare una missione con ogni talismano è il prerequisito per accedere allo scontro con il boss finale e pertanto essi costituiscono di fatto la quest principale del gioco. In tal senso non sorprende che in un qualche modo regolino la difficoltà, aumentandola gradualmente.

I dungeon perfetti per un roguelike tattico: esplorazione e strategia

Un altro aspetto di Dicefolk, tipico dei roguelike, è l’esplorazione di dungeon casuali, cosa che richiede una buona dose di strategia (volontariamente distinta dalla tattica che entrerà in gioco più avanti). Nella maggioranza delle partite esploreremo tre dungeon ognuno più difficile del precedente.

dungeon Dicefolk, tipico roguelike tattico
Schermata del dungeon di Dicefolk. GoodShepherd Entertainment

Esplorando la mappa potremo incontrare vari tipi di stanze, la più comune delle quali sarà lo scontro, rappresentato dalle spade e lo scudo. In ogni stanza scontro dovremo affrontare un combattimento, che ci darà in cambio denaro, bacche di cura, token e in certi casi oggetti.

Un’altra stanza che incontreremo in ogni dungeon saranno i templi, quelle specie di statue di pietra che potete vedere nell’immagine sopra. Visitando ognuna di queste stanze una delle tre statue si trasformerà in una chimera che potremo sostituire a una di quelle attualmente presenti nel nostro party. Tuttavia, una volta che avremo reclutato una delle chimere, i templi che non abbiamo visitato diventeranno delle rovine. Esse al posto delle chimere ci daranno soldi e bacche di cura.

Schermata tempio Dicefolk
Nel tempio troveremo chimere da aggiungere al nostro party. GoodShepherd Entertainment

Ovviamente, ci sono anche altri tipi di stanze:  i mercanti, che ci venderanno equipaggiamenti per potenziare le nostre chimere, la Scrollmaster, che in cambio di monete ci farà sostituire una seconda chimera per area, e il Dicemaster, che ci permetterà di forgiare nuove facce sui nostri dadi. A queste si aggiunge una lista di stanze speciali che si allungherà con il progredire del gioco e che ci forniranno gli aiuti più vari.

Ultime, ma non per importanza, ci sono due caselle strettamente connesse: quella del falò e quella dello scontro con il mini-boss della zona. Infatti, il gioco ci mette a disposizione una sosta nella quale potremo scegliere se curare le nostre chimere o potenziarle in vista del combattimento con il boss dell’area.

Sarà quindi fondamentale muoversi nella mappa facendo scelte strategiche, in modo da guadagnare monete (per potenziare le chimere e i nostri dadi) e collezionare chimere migliori, senza però sacrificare troppe risorse nel percorso. Un lato che in certo senso ricorda molto Darkest Dungeon (anche se in versione ampiamente ridotta).

Gli scontri: tattica e lanci di dadi

Come abbiamo detto Dicefolk è un gioco incredibilmente tattico e questa caratteristica si esprime appieno negli scontri con i nemici, che in perfetto stile roguelike sono del tutto casuali. Infatti, ogni qualvolta ci muoveremo su una casella scontro il gioco genererà casualmente un party di chimere avversarie, in base alla zona in cui ci troviamo e al tipo di stanza scontro.

Schermata combattimento Dicefolk
Una schermata di combattimento di Dicefolk. GoodShepherd Entertainment

Durante un combattimento avremo a disposizione un certo numero di dadi bianchi e un certo numero di dadi neri. I primi ci permetteranno di far compiere azioni alle nostre chimere, come scambiarsi di posto, attaccare, difendere e così via. I secondi invece faranno compiere le stesse azioni (o quasi) ai nemici.

Qui sta probabilmente l’aspetto più geniale della meccanica di combattimento: saremo noi a far agire i nemici! Non solo, saremo noi a decidere in che ordine risolvere ogni azione sui dadi, sia bianchi che neri. L’unico limite è che per concludere il turno e ritirare i dadi, dovremo prima usare tutti i dadi neri.

Al di là dell’aspetto tattico di ottimizzazione nell’uso dei delle azioni fornite dai dadi, in modo da non sprecare potenziali danni o non subire inutili perdite di punti vita, il combattimento richiederà un’attenta gestione delle risorse. I token (visibili in alto a sinistra) ci permetteranno di piegare le regole facendo azioni extra per potenziare le nostre chimere o ostacolare quelle avversarie.

Schermata vittoria del roguelike tattico Dicefolk
La gestione delle risorse è la chiave per la vittoria in un gioco come Dicefolk. GoodShepherd Entertainment

Tuttavia, ciò che inciderà di più sull’esito degli scontri sarà come avremo strutturato la nostra squadra di chimere. Quasi tutte le chimere possiedono delle abilità speciali. Sarà proprio la capacità di sfruttare le sinergie tra le abilità delle tre chimere nel nostro gruppo e gli oggetti a esse equipaggiati a permetterci di raggiungere la vittoria. Una dinamica di questo tipo mette Dicefolk sulla scia di uno dei giochi più amati di sempre: nientemeno che Pokémon.


Un roguelike tattico bilanciato


Dopo questa analisi tiriamo le somme su questo gioco inaspettatamente piacevole. Dicefolk ha un combattimento semplicemente fantastico. Non risulta mai noioso nonostante le numerose partite (anche grazie alla possibilità di velocizzare le animazioni), ma permette di creare delle combinazioni davvero esaltanti.

In più, Dicefolk al contrario di molti roguelike è molto bilanciato e difficilmente porta il giocatore a trovarsi in vicoli ciechi causati dalla natura casuale del gameplay, che per un gioco tattico basato sulla strategia non è poco. Insomma, un risultato niente male per un videogame che costa meno di una cena fuori e che solo considerando la missione principale, che non corrisponde alla fine, richiede almeno nove ore di gioco.

Schermata boss Dicefolk

Un gran risultato, anche se non un successo totale. Infatti, dal lato grafico il gioco non ci ha convinto del tutto. Certamente non ci si può aspettare la grafica realistica di giochi tripla A o animazioni strabilianti. Non si può nemmeno dire che lo stile non sia coerente. Tuttavia, il design delle chimere spesso lascia un po’ a desiderare e in generale l’aspetto dell’interfaccia, per quanto funzionale non è molto accattivante.

In realtà, è abbastanza tipico di giochi del genere roguelike basati sulla tattica come Dicefolk non puntare sull’aspetto esteriore. Difatti, ci sono esempi di altri giochi del genere che hanno ottenuto risultati migliori, come Hades, Slay the SpireDead Cells. Avversari di tutto rispetto al confronto dei quali una sconfitta non è di certo una vergogna. Elemento che invece regge agilmente il confronto è la colonna sonora, che riesce a creare la giusta atmosfera senza sovrastare il resto.

Se Dicefolk e il suo stile kitsch vi ispirano, vi consigliamo di dare un’occhiata a questi due giochi, potrebbero piacervi: Demon’s Mirror e Pokémon Scarlatto e Violetto.

4.5

#INBREVE

Dicefolk è un gioco in perfetto stile roguelike che richiede strategia e tattica per arrivare alla vittoria. Il gameplay è dotato di un ottimo ritmo e non è mai ripetitivo, nonostante le meccaniche siano sempre le stesse.

Se ci si aggiunge il piacere del collezionare tutte chimere e la piacevole colonna sonora, andare oltre la sua grafica un po’ kitsch non è poi un grande sforzo.

C’è poco da dire, questa combinazione tra ZeldaPokémonDarkest Dungeon si è rivelata certamente vincente.

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