Metal Slug Tactics
Chiasso infernale sul campo di battaglia. Mecha da guerra che marciano senza sosta, colpi da tutte le parti mentre si corre per raggiungere l’obiettivo della missione. Ma non solo. Anche le urla degli amici e delle amiche dietro di te, che gridano a te e alla tua squadra dove colpire, cosa fare, di stare attenti al nemico di turno, il tutto magari sullo sfondo di un’estate ancora lunga o di un pomeriggio di giochi. Quale modo migliore per descrivere l’atmosfera di Metal Slug?

Metal Slug Tactics, spin-off del grande classico di SNK, non è proprio quello che ci si aspetta quando si pensa ad un gioco di Metal Slug. Non si tratta infatti di un run&gun come ci si aspetterebbe da un titolo legato al franchise, bensì di un tattico a turni (TBT per gli affezionati). Il titolo fa parte del parco giochi di Dotemu, che di recente pare proprio essersi dedicata ai ritorni di fiamma.

Anche questa volta ci troveremo ad affrontare il Generale Morden, sfuggito di nuovo alla giustizia e rifugiatosi a Sirocco City con i suoi vecchi amici dell’esercito ribelle. Inviato nientemeno che dal governo mondiale, il team dei Peregrine Falcons dovrà liberare la popolazione dal regime dittatoriale instaurato, una storia tipica di Metal Slug e di parecchi giochi che trattano la guerra (anche se in questo caso senza testate nucleari).

Se da un lato abbiamo esattamente quello che ci aspettavamo, dall’altro abbiamo avuto tra le mani una creatura a sé stante. Insomma, qualcosa di uguale e diverso allo stesso tempo.


Quello che ci aspettavamo: ai miei tempi…


Metal Slug
I Peregrine Falcons sono sempre gli stessi

Avviando il gioco, eravamo sicuri di una cosa: avremo ritrovato quello che ha fatto di Metal Slug un’icona del gaming. Dai suoni dei nemici sconfitti ai prigionieri, biondi e barbuti, che ci fanno il saluto dopo essere stati liberati e l’iconica voce dell’annunciatore che ci urla “mission start” e “victory!“. Tutto grida nostalgia.

Aggiungiamoci pure la grafica del mondo di gioco: lo stile retro delle arene di battaglia e dei mecha ripresi direttamente dalla serie originale ci hanno fatto tornare con le sensazioni al mondo delle sale giochi. Per quanto in tutto il mondo (o quasi) il tempo degli arcade è passato da un pezzo, è innegabile che chi ci abbia passato almeno una manciata di ore ne abbia un ricordo piacevole. Ritrovare quello stile e quei temi all’interno di una console ci ha fatto sorridere.

I vecchi amici di Metal Slug

Un altro elemento che sicuramente ci si poteva aspettare era il ritorno dei protagonisti della serie. Dall’iconico Marco Rossi, capitano dei Peregrine Falcons, al resto dei classici membri del team come Eri, Tarma e Fio, in Metal Slug Tactics abbiamo ritrovato non solo dei personaggi a cui eravamo affezionati, ma dei vecchi compagni di gioco.

Ritrovare i personaggi, gli stessi per cui ci si accapigliava tra amici durante le partire in co-op per ottenere il proprio preferito, sicuramente influisce sul valore di citazione e nostalgia per “quei tempi”. Questo dipende anche dal fatto che, nonostante le grafiche delle animazioni siano al passo coi tempi, gli sprite in-game sono praticamente tali e quali a quelli dei vecchi Metal Slug.

Un po’ come se il tempo per loro si fosse fermato, i Peregrine Falcons sono rimasti lì ad aspettarci, identici ai loro stessi di tanti anni fa, pronti per la prossima missione. Anche se, questa volta, una mai affrontata prima.


Una creatura a sé stante: vecchi falchi, nuovi trucchi


La caratteristica chiave di Metal Slug è sempre stata quella tipica del run&gun: gettarsi in mezzo alla mischia di corsa, affidandosi ai propri riflessi. Pianificare le proprie mosse prendendosi il proprio tempo era una cosa che sicuramente non ci aspettavamo.

Ma se da un lato non abbiamo trovato l’adrenalina di un titolo classico della serie, Metal Slug Tactics ci ha offerto diverse chicche simpatiche. Le abilità speciali di ciascun personaggio e le combo tra i personaggi, ad esempio. Studiare le diverse tattiche e combinazioni sulla base della struttura del nostro team (che sarà sempre composto da 3 Falcons) o dove spostarli per ottenere più combo è stata una sfida interessante.

Metal Slug
Marco, decisamente soddisfatto, si appresta a fare un’attacco combo

Se a questo aggiungiamo elementi come i movimenti bonus all’uccisione di un nemico o la presenza di diversi piani di elevazione di cui tener conto della nostra strategia, ci siamo trovati in un gioco strategico sorprendentemente dinamico. Ci sono diverse strizzate l’occhio alle dinamiche roguelite, anche se in chiave sicuramente più ponderata e meno volatile.

Una sensazione diversa

Insomma, rispetto ai giochi della serie originale si può dire che Metal Slug Tactics è allo stesso tempo più semplice e più complesso. Se infatti da un lato un sistema di gioco basato sui turni e sulla pianificazione ha limato la sua tipica atmosfera caotica, dall’altra ci ha presentato delle sfide diverse e spesso inaspettate.

Come una partita a scacchi, il gioco ha messo alla prova la nostra materia grigia. Non ci vergogniamo di ammettere che siamo stati sconfitti parecchie volte e di aver ricominciato una nuova campagna per ottenere una rivincita, come novelli Beth Harmon in una scacchiera fatta di mecha e soldati improbabili. Distante dai giochi originali, nella sua struttura decisamente semplice ci ha ugualmente sfidato e ci ha fatto sudare ogni vittoria, come un Metal Slug che si rispetti.


Metal Slug Tactics: come sempre, un po’ diverso


Per quanto estremamente basilare, c’è molto da scoprire in Metal Slug Tactics. Il suo punto di forza è quello di essere sì semplice, ma anche divertente. E se ci pensiamo, in realtà, è sempre stato questo il cuore della serie di Metal Slug: un gioco senza troppi fronzoli, buffo e divertente per passare qualche ora in maniera spensierata. Insomma, un gioco con uno scopo semplice: farci divertire.

Non si può negare che molta forza del gioco si basi sulla luce riflessa del mondo caotico e a tratti no-sense della serie originale. Come si vede già dal trailer, il gioco strizza molto l’occhio a chi ha amato (e ama) le peculiarità del titolo originale. Se da un lato si pensa a una infinita operazione nostalgia e riciclo di idee, uno dei sintomi di un’industria che fatica a trovare una nuova identità, dall’altro si potrebbe vedere una ripetizione con variazione. Sappiamo che riprendere un concetto o uno stile che funziona e riproporlo con delle modifiche non solo funziona bene, ma è anche un pilastro della creatività umana stessa. A ogni gamer il suo modo di interpretarla, noi intanto ci siamo divertiti.

 

#INBREVE

Un look nostalgico, una veste nuova

Metal Slug Tactics fa sicuramente leva sulla nostalgia legata ai titoli della serie originale, proponendo però una formula nuova. Quello che si mantiene, soprattutto, è la parola chiave della serie: divertimento

Classe ‘98, Filippo Recaneschi si occupa di Giappone e di videogiochi. Crede nell’informazione e combatte gli stereotipi del Giappone “pop”, analizzando i videogiochi giapponesi con occhio critico.

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