Call of the Night, recensione: il richiamo dei vampiri
La prima stagione dell’anime di Liden Films tratto dall’omonimo manga è disponibile sul canale di Prime Video Anime Generation.
Sul canale Anime Generation di Prime Video (un pacchetto aggiuntivo al classico catalogo della piattaforma streaming targata Amazon a tema animazione giapponese) è da poco disponibile la prima stagione Call of the Night, opera tratta dall’omonimo manga (Yofokushi no Uta, in lingua originale) scritto e disegnato dal mangaka Kotoyama, il suo secondo lavoro dopo la light novel Dagashi Ashi.
Il manga ha iniziato la sua serializzazione sul Weekly Shōnen Jump di Shueisha a partire dall’agosto del 2019. La serie è animata dallo studio Liden Films, nato nel 2012, che ha già lavorato a grandi successi come Kotaro abita da solo (disponibile su Netflix) e Tokyo Revengers, la cui prima stagione è stata recentemente doppiata in italiano su Crunchyroll.
Il primo ciclo di episodi di Call of the Night consta di 13 episodi, lo si può trovare sul canale, interamente dedicato agli anime, di Prime Video, sia in lingua originale sottotitolata sia con il doppiaggio italiano.
Ko Yomori
L’anime segue la storia di Ko Yomori, un ragazzo di quattordici anni che, nonostante una vita apparentemente piena di soddisfazioni, non riesce a sentirsi pienamente appagato. Questo senso di insoddisfazione lo porta a condurre una vita notturna, uscendo di casa di nascosto e girovagando per le strade di una città desolata. Sarà proprio durante una delle sue fughe dopo il calar del sole che farà l’incontro di Nazuna, un’affascinante e provocante ragazza che gli rivelerà presto di essere un vampiro.
Durante la prima notte passata insieme Nazuna confesserà a Yomori di sentirsi particolarmente attratta dal suo sangue, il quale risulterebbe essere incredibilmente buono. Proprio questo fattore sarà la miccia che innescherà gli eventi dell’anime, in quanto, in cambio di lasciarsi succhiare il sangue, Yomori chiederà a Nazuna di trasformarlo a sua volta in un vampiro, così da poter vivere la sua vita quando tutti dormono, lontana da tutti gli obblighi e doveri della società che tanto lo opprimono. Perché la trasformazione possa avvenire, però, è necessario che quando a un umano viene succhiato il sangue da un vampiro, esso sia innamorato di quest’ultimo.
Le premesse di Call of the Night potrebbero risultare alquanto banali a un primo sguardo, ma le tematiche che vengono sviscerate nel corso dei tredici episodi della prima stagione risultano più mature di quanto ci si possa aspettare da un prodotto di questo tipo.
Amore, sangue e sesso
Come già accennato poc’anzi, Call of the Night è pubblicato su una rivista di demografica shōnen, ovvero si tratta di un’opera che ha come pubblico di riferimento ragazzi maschi adolescenti. Tuttavia, ciò non significa che la creatura ideata da Kotoyama possa definirsi semplicistica, o senza troppe pretese.
Infatti, attribuire un genere nel senso occidentale del termine all’anime di Liden, risulta un’operazione alquanto complessa: da una parte abbiamo un lato più serioso che prende in esame i drammi tipici di un adolescente di quattordici anni che fatica a trovare il proprio posto in una società che non gli appartiene e che cerca di renderlo ciò che non è; dall’altra, invece, troviamo una commedia dai toni fortemente irriverenti che, grazie al charachter design provocante di Nazuna e alla sua sfrontatezza, gioca spesso su doppi sensi e sull’equivoco.
Queste due anime di Call of the Night vengono rappresentate e poste in costante dicotomia dagli stessi protagonisti. Yomori, infatti, fugge dal giorno, che si erge a metafora di tutti gli obblighi della società a cui il giovane è sottoposto; per sfuggire all’oppressione – sentimento molto tipico dei giovani giapponesi – e alle aspettative che gli altri riversano su di lui, il ragazzo si rifugia nella notte, dove può rimanere lontano da tutto e da tutti.
La vita notturna di Ko è a tutti gli effetti un periodo di “transizione” e trasformazione (che, in questo caso, diventa letterale dal momento che vuole trasformarsi in un vampiro), esattamente come quello che si affronta nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Un aspetto che evidenzia il periodo di passaggio di Ko riguarda la sua visione, ancora idilliaca e immatura, dell’amore.
A differenza di Nazuna, più chiusa e restia di lui, il giovane non si trova a disagio nel parlare d’amore e nel volersi innamorare ad ogni costo della vampira, ma allo spettatore risulterà chiaro, durante l’evoluzione che il personaggio ha nel corso degli episodi, di come egli non abbia ben chiaro cosa sia questo sentimento.
In contrapposizione troviamo Nazuna, disinvolta e provocante, apparentemente più a suo agio con la propria sessualità. Proprio questo binomio amore/sesso risulta un punto cardine intorno al quale ruota la storia. L’atto di succhiare il sangue di Yomori di Nazuna è un evidente richiamo ai piaceri della carne; la stessa vampira fatica a resistere al suo impulso, e la disinvoltura con cui agisce provoca spesso forte disagio a Yomori, decisamente più impacciato della sua provocante amica e compagna di avventure.
È proprio il personaggio di Nazuna a fornire la maggior parte degli elementi comedy dell’opera, impreziosendo l’anime di scene divertenti e improbabili: il suo essere così provocante e spigliata mette spesso Ko in situazioni per lui imbarazzanti, andando a creare momenti comici e bizzarri. La natura comica della serie è ben strutturata ed inserita all’interno del racconto, riuscendo a stemperare una situazione che alla lunga potrebbe risultare un po’ stancante per lo spettatore, ma che allo stesso tempo non appare troppo invasiva e inopportuna nei momenti più emotivi.
Uno dei punti di forza di Call of the Night è sicuramente la capacità di rivolgersi ad un pubblico molto ampio, non tanto in senso di fasce d’età quanto più in senso geografico. Capita spesso che le problematiche sociali che si trovano ad affrontare ragazzi e adolescenti nei prodotti nipponici possano sembrare distanti agli occhi dei loro coetanei occidentali, in quanto le differenze culturali sono molto importanti. In questo caso, però, riesce decisamente più facile per il pubblico di qualsiasi latitudine provare empatia con il protagonista in quanto le sue problematiche e difficoltà non sono distanti o di difficile comprensione per un giovane occidentale, ma sono assolutamente accomunabili alle stesse insicurezze che qualsiasi teenager potrebbe affrontare.
Non mancano ovviamente puntate con situazioni legate più alla realtà giapponese, come ad esempio l’estrema e maniacale dedizione al lavoro tipica nipponica, la totale disumanità di un capo troppo esigente nei confronti dei propri dipendenti, o le spiacevoli situazioni che alcuni ragazzi poco più che adolescenti si trovano ad affrontare all’interno dei maid cafe.
L’importanza degli amici
Sin dai primi momenti dell’anime, Yomori si presenta come un ragazzo solo, che a suo avviso non è riuscito ad instaurare nessun rapporto autentico con i propri coetanei e proprio questa è una delle motivazioni che lo spingono ad isolarsi nella notte. Dopo un primo periodo nel quale la sua unica frequentazione è Nazuna, incontra casualmente una sua compagna di scuola, Akira, la quale per andare a scuola ogni mattina si alza prima che faccia giorno.
Questo incontro rappresenta un motivo di svolta nell’avventura del protagonista, in quanto egli realizzerà che la sua sensazione di inadeguatezza non solo è condivisa anche da altri compagni – che a loro modo stanno cercando anch’essi di trovare un proprio posto nel mondo – ma anche che in realtà lui sia più benvoluto di quanto non creda dai propri compagni di classe. Con il procedere della storia, la rete sociale di Ko diventerà sempre più estesa grazie ai numerosi incontri che farà durante le sue passeggiate notturne.
Infatti, se nella prima parte dell’anime la storia ruota esclusivamente intorno a Ko e Nazuna e alla costruzione del loro rapporto, nella seconda parte una serie di personaggi inizieranno ad affiancarsi ai due amati protagonisti. Ognuno di essi avrà un impatto nella vita del nostro protagonista, qualcuno per un breve periodo ed altri per più tempo, ma ognuno di essi sarà importante ai fini della crescita di Ko.
Tra tutti i compagni di avventure del giovane ragazzo e della sua amica vampira presenti in questa prima stagione, però, saltano subito all’occhio due elementi strettamente collegati tra loro: il primo è una quasi totale assenza di adulti nella storia, e i pochi che sono presenti, con una sola eccezione, non sono rappresentati come personaggi positivi, ma al contrario appaiono spesso squallidi o falliti. La sola eccezione è rappresentata da Kiyosumi, un’impiegata che si reca regolarmente da Nazuna per farsi fare dei massaggi. L’incontro con Kiyosumi permetterà a Ko di capire come la vita di un ragazzino e di un adulto possano comunque nascondere delle similitudini.
Il secondo importante elemento che si nota, in piena continuità con quanto detto sopra, è il fatto che i genitori di Ko non ci vengano mai mostrati. Essi vengono menzionati a diverse riprese, ma non fanno mai la loro apparizione nel corso degli episodi. La stessa casa del protagonista ci viene mostrata per pochi minuti in un solo episodio, per il resto gran parte delle scene di interni sono ambientati a casa di Nazuna. Quest’assenza dei genitori di Ko non viene sviscerata a fondo in questa prima stagione, sebbene ci siano accenni al fatto che siano poco presenti nella vita del ragazzo e molto presi dalle proprie carriere, ma senza che questa situazione venga mai approfondita nell’arco della storia sin qui raccontata.
Il fascino della notte
Se da un lato, come abbiamo già visto, la casa di Nazuna è uno dei luoghi più importanti del racconto, dall’altro, sono sicuramente le ambientazioni esterne a farla da padrona nel corso della stagione. Gli esterni di notte sono le ambientazioni che fanno da sfondo al 90% delle vicende narrate ed è questo un elemento che rappresenta un assoluto punto di forza dell’anime. La rappresentazione delle scene notturne poteva essere noiosa e ripetitiva, ma il lavoro fatto da Liden Films è davvero ammirevole: in base ai luoghi visitati dai personaggi o dai loro stati d’animo la notte assume, grazie alle stelle o alle luci della città, le più disparate colorazioni che vanno da un profondo viola a toni più caldi come il giallo e l’arancione.
Le inquadrature sul cielo stellato sono avvolgenti e permettono allo spettatore di immergersi totalmente nel racconto. Seppur mantenendo sempre una certa continuità di spazio e tempo, le ambientazioni riescono comunque a diversificarsi in maniera coerente in base ai momenti e gli avvenimenti della storia, passando dai più colorati e luminosi istanti rilassati ai più cupi e tenebrosi attimi di maggior tensione.
La rappresentazione degli esterni non è il solo aspetto che è stato ben curato dallo studio giapponese; anche le animazioni dei personaggi protagonisti della scena sono piuttosto ben fatte, la goffaggine di Ko contrapposta ai rapidi movimenti eleganti di Nazuna funzionano alla perfezione. Purtroppo, lo stesso non si può dire degli sfondi e nelle animazioni che fanno da contorno alla scena principale, unica piccola vera pecca nel lavoro dello studio di Suginami. Infatti, essi risultano infatti alle volte un po’ statici e poco ispirati e che possono essere un po’ stucchevoli in alcuni tratti.
Le scene più concitate, come ad esempio inseguimenti o combattimenti sono anch’esse ben realizzate e anche se sono presenti solo in piccola parte all’interno dell’opera, appaiono gradevoli anche gli sporadici scontri tra vampiri che ci vengono mostrati.
A oggi non è ancora dato sapere se l’adattamento del manga di Kotoyama vedrà una seconda stagione, quello che sappiamo è che l’opera si è conclusa con il volume numero 13, uscito lo scorso settembre in Giappone (in Italia l’uscita del sesto volume è prevista per gennaio 2023) e che l’anime adatta i primi 5 volumi della saga. Questo vuol dire che per lo studio di animazione ci sarebbe materiale per poter portare una seconda parte e che porterebbe avanti le vicende di Ko e Nazuna. Non ci resta altro che aspettare, e sperare di poter tornare ancora una volta a farci ammaliare dal richiamo della notte.
In conclusione, vi lasciamo ad alcuni nostri interessanti articoli, come la recensione della seconda stagione di Shadows House, e la nostra recensione del film Jujutsu Kaisen 0.
#INBREVE
CALL OF THE NIGHT IN BREVE: UNA PROMESSA
Call of the night è un anime godibile e frizzante, in grado di unire in modo molto accurato sentimenti, dramma e commedia, senza però scadere troppo nel banale e affrontando temi comuni e condivisibili da qualsiasi adolescente che sia occidentale o giapponese. Ed è con una promessa fatta da Ko a Nazuna che si conclude la prima stagione di Call of the Night, una promessa che per evitare spoiler non verrà approfondita, ma che speriamo che Ko riesca a mantenere in una seconda, tanto agognata stagione di una delle serie anime più particolari e divertenti del 2022.