Coraline e la Porta Magica – La Madre: creatrice e distruttrice

Coraline attraversa il tunnell
Per festeggiare i 15 anni dall’uscita del film, Coraline e la Porta Magica ritorna sul grande schermo! E noi siamo qui per parlarvi del film horror d’animazione che ha segnato una generazione di bambini e ragazzi. 
Coraline
Coraline e i genitori a cena

Coraline e la Porta Magica è un film horror del 2009 diretto da Henry Selick (The Nightmare Before Christmas). La pellicola dai toni cupi e grotteschi è basata sul libro Coraline di Neil Gaiman, un romanzo horror fantasy per ragazzi. La pellicola è un piccolo gioiello d’animazione in stop-motion che immerge lo spettatore e la giovane protagonista, Coraline Jones, in un mondo fantastico e paranormale.

La storia si apre con l’arrivo di Coraline, una bambina di 11 anni, e dei suoi genitori nella loro nuova casa.

Curiosa, indipendente e avventurosa, Coraline è subito pronta ad esplorare i dintorni dell’abitazione per scoprire i suoi segreti e le sue stranezze. Ma i genitori sono risucchiati dalla monotona vita da adulti fatta di responsabilità, lavoro e doveri.

Lasciata a sé stessa nella nuova e strana abitazione, Coraline inizia la sua perlustrazione. Dentro la casa trova una curiosa porticina incassata nel vecchio muro di una stanza vuota e polverosa. La porta nasconde un misterioso tunnel che conduce la bambina in un’altra abitazione, simile in tutto e per tutto alla nuova casa in cui si è trasferita.

Coraline
Coraline entra nella porta

Coraline inizia a viaggiare tra queste due realtà parallele e speculari: da un lato la sua noiosa vita normale con i suoi monotoni genitori, dall’altra la nuova casa con gli Altri genitori. Una mamma e un papà troppo simili agli originali, fatta eccezione per un piccolo – e inquietante – dettaglio, al posto degli occhi tutti gli abitanti di questa nuova dimensione hanno dei bottoni.

In questo mondo parallelo la protagonista passa le sue giornate coccolata e viziata da questi due nuovi amorevoli genitori. Se nel mondo reale Coraline aveva un rapporto conflittuale con la mamma, responsabile e apprensiva, in questo nuovo mondo la situazione è diversa.

Ma ben presto la realtà si mostrerà per come è realmente e la bambina verrà trascinata in un mondo disturbante fatto di controllo, bugie e manipolazione, di cui l’Altra madre tesse accuratamente i fili.

Una storia che ci racconta la crescita e l’abbandono dell’infanzia, con chiari rimandi alla letteratura – Alice nel paese delle Meraviglie – e ai racconti gotici.


La Madre


All’interno dell’inquietante cornice narrativa dell’altro modo, vengono inseriti diversi topos spesso utilizzati nel cinema e nella letteratura. Dalla riflessione sul corpo, sul suo controllo e manipolazione, alla formazione e passaggio all’età adulta. Uno dei temi centrali però, è sicuramente quello del materno.

Mamma Tim Burton
Coraline e la mamma in macchina

Il topos della madre ha una storia lunga e radicata nella letteratura che ha trovato terreno fertile anche nella sfera della psicanalisi. Non si sprecano le riflessioni sul ruolo materno all’interno del nucleo familiare rendendo la madre un vero e proprio archetipo.

Partendo dal presupposto che, nella teoria Junghiana l’archetipo è un’immagine primordiale che fa parte dell’inconscio collettivo di una comunità, egli sviluppa l’idea di questa immagine interiore della Grande Madre che agisce totalmente a livello inconscio in ognuno di noi.

Questo archetipo, forse il più importante tra quelli teorizzati da Jung, è molto complesso e racchiude elementi estremamente diversi tra loro. Da un lato la Grande Madre racchiude in sé tendenze tipiche dell’accudimento, della protezione; dall’altro può incarnare  una figura dotata di saggezza e autorità. Ma sono vari i casi – rintracciati nelle fiabe, nei racconti folkloristici e nei miti – in cui questo archetipo incarna un essere distruttivo e vorace che non riesce ad esternare il suo lato dedicato all’accudimento. Ciò significa che nel concreto, non permette ai suoi figli di emanciparsi e intraprendere il naturale percorso di crescita e maturazione.

Coraline
l’Altra Madre che mangia la chiave per il portale

Questa dinamica è ciò che viene rappresentata in Coraline, in cui la figura dell’Altra Madre incarna questo archetipo così complesso e articolato.

Innanzitutto ella rappresenta per Coraline una figura molto protettiva e materna, contrapposta alla vera madre con cui la bambina si scontra spesso e da cui non riceve le attenzioni che vorrebbe. La donna si presenta come una versione perfezionata della vera mamma, per carattere e attitudine ma anche dal punto di vista fisico (non ha il naso leggermente storto come la mamma).

Tra regali, affetto e piatti squisiti l’Altra Madre cerca di costruire da subito un legame emotivo con Coraline. Manipolando la bambina – che idealizza questa nuova mamma – la persuade a rimanere nell’Altro Mondo. Ma questo lato prettamente materno di cura e affetto è contro bilanciato da un sinistro e inquietante lato oscuro, malvagio e possessivo.

Non è un caso che i maggiori canali di rappresentazione siano il cibo e il corpo, due simboli che spesso si collegano all’archetipo materno. Il più immediato è ovviamente quello del corpo. Sin dalla sigla iniziale il film ci mostra una bambola di pezza identica a Coraline, catalizzatore del controllo che l’Altra Madre esercita su di lei. Tutto ciò a cui punta l’Altra Madre è il controllo. Questo controllo è psicologico ma anche fisico: infatti attraverso la pratica della sostituzione degli occhi con i bottoni, questa inquietante creatura riesce a tenere in pugno gli abitanti di questa realtà parallela.

Bambola di pezza
Bambola di pezza nella sigla

Anche il cibo è un elemento importante. Il materno e il femminile vengono spesso associati all’idea di abbondanza e nutrimento. Di fatto a livello superficiale l’Altra Madre rappresenta queste caratteristiche per Coraline offrendole cene ricche e gustose. Questo comportamento contrasta però con la sua reale apparenza fisica – scheletrica e ossuta–  e il suo disinteresse per il cibo. Se si presta attenzione, infatti, l’Altra Madre durante i banchetti con Coraline e l’Altro Padre non mangia mai. Questo dettaglio sottintende una visione distruttiva e famelica nei confronti delle energie e dei corpi altrui, una sorta di parassita che risucchia la vitalità di ciò che la circonda e che non ha bisogno di altro per sopravvivere.


Coraline, l’arte dell’animazione


Cosa succede se ad una trama intrigante, misteriosa e dal forte connotato psicologico aggiungiamo un minuzioso e dettagliato lavoro di animazione in stop-motion? Probabilmente il risultato sarebbe qualcosa di molto simile a Coraline e la Porta Magica. Il lavoro dietro alla realizzazione della pellicola è stato immenso. Il film, infatti, è stato il primo lungometraggio d’animazione ad essere girato in stereoscopia – una tecnica di realizzazione e visione di immagini atta a trasmettere una illusione di tridimensionalità – con una doppia fotocamera digitale.

Un’impresa che ha impiegato tre anni di lavoro per tutto il team dei LAIKA Sudios. La cura di ogni singolo dettaglio – i 3500 fiori creati, le pieghe degli abiti, i capelli dei perosnaggi – è ciò che rende sbalorditivo questo film d’animazione. Basti pensare che ogni singolo frame – parliamo di pochi secondi – ha richiesto un lavoro di ore e la necessità di muovere più di 20 parti del corpo di una singola marionetta.

Sicuramente la scelta della stop-motion comporta costi e tempi di produzione elevati, ma il risultato riesce a valorizzare l’espressività, i movimenti e le azioni dei protagonisti. Nel caso di Coraline, il maggior pregio di questa scelta è la capacità di realizzare personaggi dalla fisionomia e dalle movenze grottesche. Grazie alla loro espressività e alla naturalezza dei movimenti, l’ambientazione prende vita immergendo lo spettatore nella storia.

L’Altra Madre è stato uno dei personaggi più impegnativi da realizzare. La struttura della marionetta nella sua forma finale era sostanzialmente un’armatura in miniatura. Dotata di due braccia e quattro gambe di metallo appuntite, la sua creazione e la sua animazione sono state tra le più impegnative e difficili per i membri dello staff tecnico.

In un periodo in cui la CGI ha il monopolio sul mondo dell’animazione (riuscendo a raggiungere ottimi risultati e regalandoci prodotti di alta qualità), il ritorno di Coraline sul grande schermo ci ricorda che esistono tanti modi diversi di fare animazione.


What if…


Il film quando uscì nel 2009 riscosse molto successo. Nel tempo è stato chiaro come sia rimasto fortemente impresso nella mente della generazione che ha vissuto il suo debutto. Questa sorta di fenomeno collettivo, unito alla trama misteriosa, ha portato molti fan a creare teorie e ad analizzare ogni dettaglio di Coraline e la Porta Magica.

Coraline
La bambola di pezza di Coraline

Una delle teorie che ha riscosso maggiore successo è sicuramente quella secondo la quale Coraline in realtà non sia mai scappata dall’Altro Mondo. Si ipotizza infatti che la bambina abbia fatto accesso ad un’altra dimensione molto simile al suo mondo originale, ma ancora dominata dall’inquietante presenza dell’Altra Madre.

Ad avvalorare questa teoria è un dettaglio in partciolare. Coraline solitamente entra nell’Altro Mondo passando per il tunnel nascosto nel muro e ne esce andando a dormire. La terza volta però non riuscendo ad addormentarsi cerca di scappare forzatamente dal passaggio nella porta. Pur riuscendo a tornare nel “mondo reale”, nulla garantisce che sia sfuggita davvero al controllo dell’Altra Madre.

Altri dettagli interessanti danno spessore a questa teoria. Per esempio i poteri del misterioso gatto nero che non svaniscono nel momento in cui si ritorna nella reale dimensione. O ancora l’inquietante immagine del volto dell’Altra Madre formata dalle aiuole del giardino.

Qualunque sia la verità Coraline e la Porta Magica rimane uno spettacolo per gli occhi e per la mente. Decidere di riportare questo capolavoro al cinema è un gesto che potremmo quasi definire eroico.

Coraline e la Porta Magica, ritorniamo in un'altro mondo

Proprio in tempo per la notte di Halloween, Coraline ci riporta indietro a 15 anni fa. Ci trascina nella sua dimensione parallela, oscura e criptica grazie al suo ritorno nei cinema di tutto il mondo. Un gioiello dei film di animazione che riesce a rappresentare perfettamente l’orrore e l’inquietudine della storia tratta dal romanzo di Neil Gaiman.

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