Il mistero di Ron Kamonohashi: recensione della prima stagione
Dall’autrice di “Tutor Hitman Reborn”, arriva su Crunchyroll l’adattamento anime della sua ultima opera: “Il mistero di Ron Kamonohashi”. Ecco la nostra recensione.
Lo scorso 2 ottobre è approdata su Crunchyroll la prima stagione de “Il mistero di Ron Kamonohashi“. La serie si basa sull’omonimo manga di Akira Amano, attualmente ancora in corso, pubblicato sul sito di Shōnen Jump+, ed edito da Shūeisha in Giappone, mentre in Italia è distribuito da J-pop.
L’adattamento anime è curato dallo studio Diomedéa. La prima stagione è composta da 13 episodi, che adattano le vicende narrate dal capitolo 1 al 21 del manga, ed una seconda stagione è già in lavorazione, anche se non sappiamo ancora quando uscirà.
Un nuovo detective in città
A Tōkyō si stanno verificando una serie di omicidi all’apparenza senza alcuna spiegazione logica poiché, al momento del ritrovamento, i cadaveri delle vittime presentano segni di annegamento pur non trovandosi presso bacini d’acqua e vengono ritrovati con i vestiti perfettamente asciutti.
Il primo dei due protagonisti è il detective della Prima Divisione Investigativa Totomaru Isshiki, messo in panchina dal suo superiore, l’inflessibile Amamiya, a causa della sua ben nota incompetenza nel risolvere casi.
Su consiglio dell’anziano Kiku, una sua conoscenza nella polizia, il giovane si reca presso la dimora di Ron Kamonohashi, un detective privato dalle doti deduttive straordinarie. Secondo Kiku, infatti, Ron potrebbe essere in grado di risolvere l’illogica scia di omicidi.
Contrariamente alle aspettative, però, non solo Ron tratta freddamente Totomaru, ma fa di tutto per evitare di venire a conoscenza di dettagli legati al caso. A detta sua, sarebbe impossibilitato a risolvere misteri a causa di una particolare condizione fisica.
Tuttavia, dopo aver accidentalmente origliato una chiamata di Isshiki, informato del ritrovamento di un’altra vittima, il suo atteggiamento cambia di colpo. Ron freme all’idea di prendere parte all’indagine, ma è al tempo stesso terrorizzato che il suo problema comprometta le indagini. Solo dopo che Totomaru gli assicura che lo aiuterà in caso di difficoltà i due si recano sulla scena del delitto.
Come è facile prevedere, grazie alle straordinarie capacità deduttive del detective privato, i due riescono a risolvere il caso. Proprio nel momento dell’arresto, però, si manifesta il problema a cui Ron ha accennato: egli è in grado di esercitare sui criminali una pressione psicologica tale da spingerli addirittura al suicidio. Ed apparentemente, è proprio a causa di questa sua inusuale condizione che ha dovuto rinunciare alla carriera investigativa, pur non avendone il minimo controllo. Solo grazie al tempestivo intervento di Totomaru, che si lancia al salvataggio del colpevole, la tragedia viene evitata.
Avendo quindi appurato che la “pura ingenuità” di Isshiki è esattamente ciò di cui ha bisogno, Ron propone al detective un accordo. Egli risolverà tutti i casi che Totomaru porterà e lui, come ricompensa, lo aiuterà ogni volta che la sua condizione verrà a galla.
I due così danno il via ad una strana collaborazione, che li porterà a far luce sul misterioso passato di Ron.
Analisi dettagliata
La struttura degli episodi della serie è di tipo verticale, di natura autoconclusiva, con la trama orizzontale, almeno in questa prima stagione, poco sviluppata. In quanto serie di stampo mystery, ovviamente, ogni puntata ruota intorno la risoluzione di un caso, quasi sempre di omicidio.
La presentazione di questi misteri, specialmente l’investigazione e risoluzione del caso, sebbene altamente stimolante, può risultare un po’ arzigogolata, a causa soprattutto della necessità di comprimere un intero mistero in un tempo di soli 20 minuti.
Inoltre, “Il mistero di Ron Kamonohashi” è simile in molti aspetti a “Detective Conan“. A partire dal detective super dotato accompagnato da una controparte incapace fino alla risoluzione del misero affidata a quest’ultimo, è addirittura presente una misteriosa organizzazione che opera nell’ombra.
Paragonare la serie ad una semplice copia del famoso giovane detective sarebbe tuttavia superficiale. Sebbene infatti le premesse siano simili, la serie possiede sufficienti elementi per reggersi sulle proprie gambe. Tutto lascia intendere che la mascherata di Ron e Totomaru non durerà più del necessario e che, probabilmente già dalla prossima stagione, la misteriosa organizzazione avrà un ruolo molto più prominente negli svolgimenti della trama.
La tensione è spesso spezzata da momenti commedia slapstick, offerti soprattutto dalla dinamica dell’improbabile duo di protagonisti. È innegabile infatti che il loro rapporto rappresenti il cardine centrale su cui si regge tutta la serie.
Un solido rapporto
Come spesso accade quando due protagonisti condividono la ribalta, i nostri Ron e Totomaru sono personalità opposte. Ma è proprio questo contrasto a creare una dinamica interessante e coinvolgente.
Ron è un giovane brillante dalla mente altamente acuta e un po’ tronfio che sfrutta le sue abilità per risolvere casi all’apparenza impossibili. Tuttavia, il suo carattere chiuso e la sua totale incapacità di comprendere anche la più semplice delle regole di convivenza sociale, lo rendono una vera e propria mina vagante.
Nonostante le apparenze, Ron è molto più fragile di quanto non sembri. La semplice idea di essere capace di fare del male a qualcuno lo portano a dubitare di se stesso, e a perdere tutte le sue capacità. È proprio su queste mancanze che la presenza di Totomaru gioca un ruolo fondamentale.
Isshiki, è l’esatto opposto di Ron. Come detective non brilla particolarmente, tanto da essere lo zimbello di tutto il primo distretto, ed è il costante bersaglio del suo superiore Amamiya. È dannatamente onesto ed impulsivo, ma anche incredibilmente ottimista. Isshiki quindi controbilancia perfettamente le stranezze di Ron, che rimane quasi immediatamente colpito dalla sua bontà d’animo e la sua ingenuità quasi infantile. È proprio questa sua purezza d’animo che porta il brillante detective ad aprirsi piano piano con il suo collaboratore, al punto da fidarsi ciecamente di lui anche quando di tratta di prendere decisioni delicate. Il loro rapporto risulta così paritario, poiché l’uno ha bisogno dell’altro, ed entrambi ripongono nel compagno la massima fiducia.
Le personalità di contorno
Il cast di supporto, limitato e con apparizioni minime, dovute alla necessità di dare spazio al duo leader, fa comunque il suo dovere. Fra gli altri personaggi di supporto si annoverano Omito Kawasemi e Spitz Feier.
Omito è un pedante detective della prefettura di Aichi, che in un paio di occasioni affiancherà i nostri protagonisti. Anch’egli, come Ron, possiede un intelletto invidiabile, ed ha un’accesa rivalità con Amamiya in quanto, come lei, aspira a divenire Sovrintendente Generale prima dei trent’anni.
Spitz è un altro brillante detective, che, a sua volta conquistato dall’intelligenza di Ron e dalla bontà d’animo di Totomaru, darà loro una mano per risolvere il problema dell’infallibile investigatore.
Una serie mystery senza infamia né lode
In conclusione, “Il mistero di Ron Kamonohashi” è una serie mystery che intrattiene grazie ai suoi casi fuori dal comune, la sua comicità slapstick e la sua leggerezza. L’amicizia fra i due protagonisti, Ron e Totomaru, fa da cardine per gli eventi della serie ed è il vero cuore dell’opera.
Di tutto il cast principale, Ron è l’unico che mostra segni di crescita e cambiamento. Grazie all’influenza positiva di Totomaru, impara ad essere più aperto e ad af-fidarsi agli altri. È comunque probabile che osserveremo segni di evoluzione anche da parte di altri personaggi nella prossima stagione.
I ritmo degli episodi è ben cadenzato, dividendosi in tre atti: presentazione, investigazione e risoluzione del caso. Tuttavia, a volte le risoluzioni dei vari misteri vengono introdotte troppo velocemente e buttate in faccia allo spettatore con troppa foga, rendendo difficile star dietro agli eventi. Ciò è in gran parte dovuto alla necessità di instaurare la trama di un mistero nell’arco di soli venti minuti. Infatti solo negli episodi divisi in più parti lo spettatore ha modo di “immergersi” nella storia, e seguire il caso passo dopo passo, elaborando le proprie teorie.
Fortunatamente, l’inserimento di momenti di comicità, offerti dal duo di protagonisti, aiuta a raccogliere le idee e smorzare la tensione.
Per quanto riguarda la trama orizzontale, ci vengono sporadicamente lasciati indizi sulla direzione che la storia prenderà da ora in poi.
Forse “Il mistero di Ron Kamonohashi” non otterrà il titolo di capolavoro dell’anno, ma è sicuramente una serie divertente a cui vale la pena dare una possibilità.
Vi lasciamo alle nostre ultime notizie e alle prime impressioni sul videogioco “Sand Land”.
#INBREVE
IL MISTERO DI RON KAMONOHASHI
Il mistero di Ron Kamonohashi è un adattamento anime dell’omonimo manga di Akira Amano, autrice di “Tutor Hitman Reborn”, che a sua volta ha ottenuto un adattamento animato. La serie alterna i momenti di indagini e di risoluzione dei vari misteri a momenti di comicità offerti dai due protagonisti, Ron e Totomaru. La loro amicizia è il cuore dell’opera, che nonostante alcuni scivoloni, resta comunque un ottimo prodotto d’intrattenimento, Restiamo in attesa di ricevere nuove notizie sulla seconda stagione.