Xenomorfo, saga di Alien
Dal greco “xènos” (straniero)  e “morphē” (forma)

Lo Xenomorfo, una delle creature più iconiche della storia della fantascienza, ha conquistato generazioni di spettatori fin dal suo debutto, nel 1979, nel film Alien, diretto da Ridley Scott. La sua concezione iniziale, tuttavia, era ben lontana dalla forma che oggi riconosciamo.

Il primo copione, scritto da Dan O’Bannon e Ronald Shusett, prevedeva effettivamente la storia di un’astronave da trasporto che rispondeva a un segnale SOS proveniente da un pianeta alieno. Tuttavia, l’idea originale era quella di una civiltà sconosciuta mite ed avanzata, che necessitava di un aiuto esterno per riprodursi. Tale concetto venne presto abbandonato a causa della scarsità di budget, arrivando, quindi, all’ideazione di una creatura primitiva e pericolosa.

A O’Bannon, però, rimaneva la necessità di trovare un modo originale per far sì che l’alieno salisse a bordo dell’astronave. La soluzione pare venne ispirata da un sogno di Shusett. Egli, infatti, suggerì la possibilità che l’alieno impiantasse un uovo nel corpo di uno degli uomini dell’equipaggio, facendo emergere il parassita direttamente dal suo petto. Questo concetto macabro sarebbe divenuto uno degli elementi chiave della saga.

L’idea, simbolismo di uno stupro orale, divenne presto fondamentale per O’Bannon, che voleva suscitare una paura primitiva nel pubblico maschile. L’intuizione era di far leva sulla violenza biologia e sulla vulnerabilità del corpo umano.

Il passo successivo fu il coinvolgimento di H.R. Giger. L’artista, con il suo stile che mescola il biologico e il meccanico, concepì lo Xenomorfo come un’entità al contempo organica e metallica. Il suo design, una fusione di corpo e macchina, è la rappresentazione di un terrore senza fine. Un predatore la cui biologia stessa è una forma di morte ineluttabile.


Il ciclo vitale dello Xenomorfo


Fin dal suo concepimento, lo Xenomorfo si distingue per la sua biologia unica e il ciclo vitale contorto, che si sviluppa attraverso fasi parassitarie e predatorie. Nel primo film Alien (1979), molte informazioni sull’alieno rimangono volutamente vaghe e misteriose. La creatura appare inizialmente come una minaccia sconosciuta e la sua riproduzione è presentata in modo inquietante attraverso il Facehugger.

Questo organismo parassita si attacca al volto dell’ospite, impiantando un embrione che cresce all’interno del suo corpo. Questo processo culmina in una scena iconica, quando il Chestburster emerge brutalmente dal torace di Kane, dando origine al primo Xenomorfo della saga. Il film, quindi, si concentra sulla natura predatoria della creatura, senza fornire ulteriori spiegazioni sulle sue origini.

Nei film successivi, però, vengono rivelati nuovi dettagli. In Aliens (1986), viene introdotta la figura della Regina, centrale nel processo riproduttivo della specie. La sua presenza stabilisce una gerarchia sociale tra gli Xenomorfi, con la Regina che depone le uova, da cui nascono i Facehugger. In Alien³ (1992), la natura adattativa dello Xenomorfo si evidenzia ulteriormente, con il ciclo vitale che varia in base all’ospite.

L’alieno che emerge da un cane è diverso da quello che nasce da un essere umano, suggerendo che la specie possa evolversi per sfruttare le caratteristiche fisiche dell’ospite. Questo rende il Xenomorfo una creatura estremamente adattabile, che si perfeziona attraverso i suoi cicli di riproduzione.


La Regina, la Madre


Nel contesto del ciclo vitale degli xenomorfi, dunque, uno degli elementi chiave è la figura della Regina. Essa rappresenta non solo un’eccezione nel ciclo biologico della specie, ma anche il fondamento stesso della sua struttura sociale. Sebbene nel primo film Alien la presenza di una regina fosse implicata ma non ancora mostrata, in Aliens (1986) di James Cameron, il suo ruolo diventa centrale, rivelando un aspetto più complesso e stratificato degli xenomorfi.

Gigantesca rispetto agli altri alieni, la regina è una figura imponente e grottesca, progettata per essere al contempo una “madre” che genera nuova vita e una predatrice spietata, che difende ferocemente il suo dominio. Il suo corpo è evoluto per il compito di deporre uova in continuazione, che daranno vita ai Facehugger. La sua funzione, però, non si limita alla mera riproduzione. La regina dirige e controlla la “colonia” di xenomorfi, composta da guerrieri, operai e altri membri della specie, assicurandosi che la sua specie continui a prosperare attraverso un sistema organizzato e spietato.

Alien - Xenomorfo - la regina

Essa è il prodotto di un’evoluzione che le conferisce una forza straordinaria ed un’intelligenza sviluppata, che le consente di gestire e guidare la propria specie in modo efficiente. La sua progettazione, curata da artisti come Stan Winston, riesce a evocare un’essenza che sembra al contempo aliena e familiare, una perversione del ruolo materno che mescola l’istinto di protezione con una brutalità senza scrupoli.

La sua relazione con gli altri xenomorfi riflette una società in cui ogni membro ha un ruolo preciso, al servizio della madre regina e della perpetuazione della specie. Questa gerarchia è strettamente simile a quella che si può studiare in alcune specie di insetti eusociali, come api e formiche. La regina, perciò, è l’epicentro di una cultura incentrata sulla predazione e sulla sopravvivenza, in cui obbedienza ed ostilità sono la chiave per l’esistenza.


Quando la linfa vitale è anche una difesa


Una caratteristica peculiare dello xenomorfo è certamente un suo sistema di difesa tanto singolare quanto pericoloso: il suo sangue. Questo fluido vitale non è un semplice elemento biologico, ma un potente acido che ha la capacità di corrodere qualsiasi superficie con cui entra in contatto.

Il sangue acido è una delle caratteristiche più affascinanti e terrificanti della creatura, concepito per rendere lo xenomorfo praticamente invulnerabile ad attacchi diretti, come esplosivi o armi convenzionali. Non solo è una barriera fisica contro il danno, ma funge anche da deterrente psicologico per chiunque si trovi ad affrontarlo, poiché ogni colpo inferto alla creatura può scatenare un’esplosione di acido capace di danneggiare gravemente l’ambiente circostante e, potenzialmente, anche i suoi nemici.

Questo acido, però, non è solo una protezione passiva, in quanto la creatura, conscia del potere del suo stesso sangue, in diverse occasioni lo usa a proprio vantaggio. Inoltre, esso sembra svolgere anche una funzione più profonda nell’equilibrio biologico dello xenomorfo. Nel contesto della serie, il sangue acido sembra essere una componente fondamentale del sistema fisiologico della creatura, probabilmente legato alla sua capacità di mantenere una forma fisica stabile senza necessità di nutrimento o respirazione.

Oltre al sangue acido, lo xenomorfo possiede anche un’altra forma di secrezione: una melma vischiosa e trasparente. Questa sostanza gelatinosa è multifunzionale, agendo sia come un “cemento” che stabilizza l’alveare in cui vive la colonia, sia come una trappola per catturare le vittime. La sua presenza, che si fa visibile in molte delle ambientazioni della saga, è un segnale inequivocabile della presenza degli alieni, che rendono l’ambiente circostante un luogo estraneo e minaccioso.

In Aliens, ad esempio, la melma è usata per creare una sensazione di claustrofobia e tensione, segnando il passaggio tra il mondo umano e quello alieno, tra la razza degli “intrusi” e quella dei predatori. Le superfici impregnate di questa sostanza divengono, quindi, lo sfondo per l’incombente minaccia degli xenomorfi.


Xenomorfi e Neomorfi, l’evoluzione della minaccia


Con il proseguire della saga, il concetto di xenomorfo ha subito un’evoluzione, ampliando le sue forme e origini. In Alien: Covenant, secondo prequel della trilogia classica, viene introdotto il Neomorfo. Questa creatura rappresenta un antenato degli xenomorfi, nato dal patogeno creato dagli Ingegneri e poi modificato dagli esperimenti dell’androide David. A differenza degli xenomorfi, che seguono un ciclo riproduttivo basato sulle uova, i Neomorfi derivano da spore rilasciate da ovaie contaminate dal patogeno. Questi semi penetrano nell’ospite attraverso cavità come bocca, naso e orecchie, dando origine alla creatura in un processo doloroso e letale.

Il design dei Neomorfi si discosta volutamente dalla struttura biomeccanica e scheletrica degli xenomorfi. Hanno una pelle bianca e liscia, priva di esoscheletro, occhi assenti e una bocca tondeggiante che si apre in modo mostruoso. I loro movimenti, ispirati a quelli delle mantidi e dei babbuini, li rendono predatori rapidi e letali, dotati di una natura solitaria. A differenza degli xenomorfi, infatti, non seguono una gerarchia sociale e non cacciano per riprodursi, ma per nutrirsi. Tuttavia, in particolari circostanze, sembrano persino capaci di una forma di comunicazione, come dimostrato dall’interazione tra David e un Neomorfo nel film.

L’arrivo dell’equipaggio della Covenant segna la prima vera minaccia rappresentata dai Neomorfi, che sterminano diversi membri dell’equipaggio prima di essere eliminati. Tuttavia, il loro ruolo è fondamentale nell’evoluzione biologica portata avanti da David: è grazie agli esperimenti su di loro e sull’incrocio con una vespa parassita che lo xenomorfo nella sua forma finale prende vita. I Neomorfi, quindi, non sono una deviazione dal concetto di xenomorfo, ma un suo antenato primordiale, un tassello fondamentale nell’evoluzione di queste creature verso la “perfezione”.

Sebbene le creature di Alien non siano gli unici alieni parassiti presenti nel cinema, sono di certo tra i più terrificanti. L’evoluzione del concetto di xenomorfo ha, inoltre, portato nuove e inquietanti forme di terrore nella saga. Ora, non ci resta che aspettare l’uscita di Alien: Earth, per scoprire quali altri orrori ci attenderanno nelle tenebre dello spazio.

Appassionata di scrittura ed innamorata della cultura giapponese, trovo ispirazione sia nei racconti in cui mi immergo sia nei videogiochi che esploro. Attraverso manga, anime e la ricca tradizione artistica del Giappone, coltivo la mia creatività e la mia curiosità per mondi nuovi e avvincenti.

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