Luca Lago e Federico Salvan: traduttore ed editor all’opera
La traduzione dei manga in italiano. Ce la spiegano Luca Lago e Federico Salvan, rispettivamente traduttore ed editor professionisti presso J-pop Edizioni, in questa intervista esclusiva.
Con l’arrivo sui teleschermi giapponesi, il prossimo 12 gennaio, della seconda stagione de Le 100 ragazze che ti amano tanto tanto tanto tanto tanto, vi presentiamo la nostra intervista a Luca Lago, traduttore dell’omonimo manga, scritto da Rikito Nakamura, su cui è basata la serie, e Federico Salvan, editor dell’opera.
La serializzazione di questo manga in Italia, edito da J-Pop, è iniziata l’11 settembre di quest’anno, con l’uscita nelle fumetterie dei primi due volumi. Luca Lago e Federico Salvan ci sveleranno i segreti e le difficoltà del loro mestiere.
Com’è stato tradurre Le 100 ragazze che ti amano tanto tanto tanto tanto tanto?
-La prima cosa che mi viene in mente da dire è “faticoso”. Far ridere non è facile. Lo è ancora meno quando l’intento alla base dell’intero lavoro è mantenere la comicità senza snaturare o stravolgere intere battute in favore di un effetto risata fine a sé stesso. Tolto questo, la serie resta spassosissima da tradurre e mi auguro lo sia anche da leggere.
Cosa ne pensi di Rentarō?
-Che per essere uno con 100 vite sulle spalle, se la vive molto bene, dai. Complimenti a lui.
Che mi dici di Hanazono e Inda, le prime due fidanzate?
-I loro siparietti sono parecchio simpatici. Karane è più divertente da “fare parlare” come personaggio.
A volte modi di dire ed espressioni hanno delle traduzioni molto aderenti al giapponese, altre più…particolari. Qual è stato il processo in casi così?
-Il processo cambia di caso in caso, ma in linea di massima il grado di aderenza all’originale è sempre stato deciso di comune accordo tra me e l’editor della serie.
–Federico Salvan: Salve, sono l’editor della serie. Come Luca ha già spiegato molto bene, oltre che presentarvi tantissime ragazze irresistibili questa serie ha soprattutto l’obiettivo di essere divertente (e ci riesce alla grande). Battute o freddure che funzionano in maniera istantanea per i lettori giapponesi, però, in Italia potrebbero aver bisogno di lunghe note esplicative che ne ammazzano i tempi comici. Cerchiamo quindi di trovare un equilibrio tra le battute che possiamo/dobbiamo adattare per mantenerne la freschezza e quelle da mantenere più vicine alla fonte.
Con così tanti personaggi, quali accorgimenti hai dovuto prendere nella traduzione dei dialoghi?
-Più che sui dialoghi nel complesso, ho dovuto “prendere le misure” soprattutto ai personaggi. Le ragazze della serie sono delle caricature, quindi spesso hanno un modo di esprimersi codificato. Trasporre alcuni di questi schemi linguistici nella nostra lingua è impossibile, quindi si è trattato di trovare soluzioni alternative per rispettare le loro particolarità. Un esempio è il “ehi, oh” alla fine delle batture di Kusuri.
-F.S. E aspettate di leggere Miss Naddy nel volume 7!
Quando hai iniziato questo lavoro?
-Circa un anno e mezzo fa, nel 2023.
Quali altre esperienze hai avuto nel settore della traduzione?
-Sempre per J-Pop ho tradotto Good Night World, di Uru Okabe. Per il resto, ho collaborato con altri editori di manga e di narrativa.
Qual è l’aspetto più complicato nella traduzione dei manga?
-Essere vincolato dalla componente visiva. Soprattutto quando entrano in gioco gag e giochi di parole che risultano impossibili da adattare liberamente perché c’è il disegno a impedirlo. Della serie, se l’ autore disegna una pera, non posso fare un gioco di parole sulle mele anche qualora in italiano suonasse molto meglio.
Quanto ti ci è voluto per tradurre il primo volume?
-Non mi ricordo di preciso, forse dieci giorni tra traduzione e rilettura.
Puoi darci qualche anticipazione sui prossimi volumi?
-Ci saranno… un sacco di ragazze pronte ad amare tanto tanto tanto tanto tanto il protagonista.
-F.S.: SPOILER!
Quali altri progetti hai in vista?
-Sicuramente tradurre cose nuove. Nella fattispecie, serie dai toni thriller. Ah, e convincere qualcuno a portare in Italia il manga di “Kamen Rider” di Shōtarō Ishinomori.
Quali sono le tempistiche medie per la traduzioni dei manga?
-Variano di molto in base alla serie da tradurre. Direi che 10 giorni è una media abbastanza onesta. Almeno, per me.
-F.S: “Le 100 ragazze che ti amano tanto, tanto, tanto, tanto, tanto” (i “tanto” devono sempre essere cinque, mi raccomando) è una serie mensile qui in Italia, quindi i tempi sono abbastanza compressi. Oltre alla traduzione, c’è da considerare che la mole di testi richiede anche un lavoro particolare di lettering (opera qui della bravissima Melinda Sue Bertona), poi i tempi per i nostri controlli interni, la stampa, la distribuzione… .
A quali restrizioni si va incontro di solito nell’adattamento?
-Anche qui, dipende da caso a caso. Con serie che puntano molto sulla componente comica come le 100 ragazze, ad esempio, è facile esagerare e cadere in un uso eccessivo di turpiloquio nel tentativo di colorire la parlata di un determinato personaggio o la battuta di una certa scena. Tolti casi limite in cui si decide già a tavolino di puntare su un adattamento volutamente sopra le righe, gli eccessi andrebbero dosati. Per fare un esempio noto ai più: un adattamento come quello della versione italiana dell’anime di Slam Dunk, per quanto divertentissimo, sarebbe improponibile.
Quanti capitoli di media vengono inseriti in un tankōbon?
-Questo dipende dal tipo di serie. Di solito, le serie che vengono pubblicate in Giappone all’interno di riviste settimanali (Shōnen Jump, per intenderci) hanno capitoli da una ventina di pagine e quindi un tankōbon ne contiene circa dieci.
F.S.: I nostri tankōbon, ovviamente, sono modellati sugli originali giapponesi come contenuti. C’è un’ altra cosa, però, che mi fa piacere far notare: i frontespizi dei capitoli che sono pubblicati a colore su rivista (o all’uscita del capitolo in digitale), al momento della raccolta nel volume giapponese vengono stampati in bianco e nero. Per questa serie (e per molte altre), noi di J-Pop abbiamo deciso di richiedere e utilizzare i materiali a colori, per offrire ai nostri lettori questa “chicca” non presente nemmeno nell’ edizione originale. Ma per le 100 ragazze, questo e altro!
Qui si conclude la nostra intervista a Luca Lago e Federico Salvan. Come avrete letto, il lavoro di un traduttore richiede tanta fatica, ma anche dedizione e passione per questo media!
#INBREVE
Intervista a Luca Lago e Federico Salvan
In occasione dell’ uscita, il prossimo 12 gennaio, in Giappone della seconda stagione de Le 100 ragazze che ti amano tanto tanto tanto tanto tanto, vi presentiamo la nostra intervista a Luca Lago e Federico Salvan, che ci illustrano i retroscena del loro lavoro di traduttore ed editor di manga.