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Omoshiroi – Gashapon: l’emblema del collezionismo giapponese

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Distributori di Gashapon

Oggi parliamo dei più famosi gadget collezionabili giapponesi: i gashapon!

Prima di addentrarci tra storia e curiosità dei gashapon, vediamo cosa sono. Abbiamo detto che sono dei gadget e che si possono collezionare, eppure non ci siamo nemmeno avvicinati all’aspetto più importante di questi piccoli oggettini.

Infatti, come la maggior parte degli oggetti collezionabili di successo la parte migliore dell’esperienza sta nella modalità di acquisto. Nel caso dei gadget giapponesi la magia sta tutta nel caratteristico distributore automatico in cui sono venduti.

Un’esperienza unica

Ragazza di fronte a una fila di distributori di gashapon

Capsule Toy Jungle” by Stephen Kelly, from Flickr, pubblicata sotto licenza CC BY 2.0 Deed

Le tipiche macchinette dei gashapon sono disposte in lunghe file nei luoghi più affollati di tutto il Giappone, come per esempio Shinjuku o Akihabara (dove ci sono persino negozi ad esse dedicate). All’interno di questi distributori sono conservate decine di capsule di plastica che contengono i tanto agognati piccoli oggettini.

Per riuscire a entrare in possesso dell’agognato bottino la procedura è piuttosto semplice: inserire una moneta da 100 yen (circa 60 centesimi) e girare la manovella, *cacha*. Magicamente la macchinetta farà scendere una capsula casuale che arriverà a fine corsa con il tipico e appagante *pon*. Un processo condito dall’inebriante gusto della speranza.

La sorpresa e il brivido della scoperta vi accompagneranno poi nell’apertura della confezione. Al suo interno oggi potrete trovare molti tipi di oggetti, generalmente statuine in plastica o ciondoli. Essi si ispirano a un’infinità di temi: da manga e anime a personaggi storici, da yokai a cibi. Il tutto rappresentato nei più differenti stili, anche se, ovviamente, le rappresentazioni kawaii la fanno da padrona.

Al di là di quanto i singoli franchise e i loro adorabili piccoli personaggi possano attirare il pubblico, l’attimo in cui si aziona il meccanismo è ciò che davvero cattura i consumatori. A conferma di ciò, il nome è un’onomatopea che rappresenta tale momento. Se unite i due suoni prodotti dalla macchina, cacha-pon, noterete che il passo verso gasha-pon è davvero molto breve. Sperando di aver acceso la vostra curiosità, proseguiamo con le origini di quello che in Giappone ormai è quasi un fenomeno culturale.

Breve storia dei gashapon

Gashapon vecchio stile

アナ伏せ字” di Dick Thomas Johnson, da Dotonbori, pubblicata sotto licenza CC BY 2.0 Deed

gashapon vedono la luce nel lontano 1965 quando Ryuzo Shigeta espose per la prima volta un particolare distributore automatico di fronte al suo negozio a Tokyo. Proprio in quegli anni i distributori automatici importati dall’America avevano iniziato a diffondersi in Giappone.

Per il modico prezzo di dieci yen essi elargivano sia caramelle che giocattolini. Tuttavia, questa modalità di distribuzione aveva un grosso difetto: i dolci stando al caldo nelle macchinette finivano per rendere i giochi appiccicosi o anche per attaccarvisi.

Shigeta ebbe la brillante illuminazione di inserire sia le caramelle che i giocattoli in piccole sfere di plastica, in modo da tenerli separati. Questa trovata rivoluzionò l’utilizzo dei distributori nel Sol Levante e contribuì alla loro espansione in tutto il paese, tanto che già negli anni ’70 erano numerose le aziende che avevano iniziato a produrre gadget appositamente disegnati.

Tuttavia, la vera e propria ascesa iniziò solo nel 1977, quando Bandai decise che era un mercato degno della sua attenzione. L’azienda non solo varò il nome con cui chiamiamo oggi questi gadget, ma decise che i propri prodotti erano abbastanza attraenti da meritarsi 200 yen invece di dieci.

Da allora il prodotto ha conosciuto altri tre impulsi commerciali. Il primo negli anni ’80 prodotto dalle Kinnikuman Keshigomu (“Gomme Kinnikuman“), gomme da collezione a forma dei personaggi del famoso francise di anime e manga. Il secondo a metà degli anni ’90 con la commercializzazione degli SD Gundam, statuine super deformed (da cui la sigla “SD”) dei famosi mecha. Infine, il terzo negli anni 2000 generato dagli Yokai Watch, che portarono poi al gioco per Nintendo.

Tutti i gashapon più uno

Oggigiorno i gashapon si trovano di ogni tipo e di ogni forma, proprio come le famose gelatine di Harry Potter. Siamo davvero ad anni luce dagli esordi, in cui le sorprese erano monocromatiche e piuttosto rozze. Stiamo parlando non solo dei prodotti venduti davanti al negozio di Shigheta a metà anni ’60, ma anche dei prodotti venduti negli anni ’80 come le diffusissime Kinnikuman Keshigomu.

Per quanto oggi questi gadget siano ancora fatti principalmente in plastica la maggior parte è fatta in materiale di buona qualità, con un alto livello di dettaglio. Alcuni sono perfino in metallo! Anche i prezzi variano molto: la maggior parte dei gashapon costano tra i 100 e i 500 yen (tra i 60 centesimi e i 3 €). Tuttavia, ce ne sono anche che arrivano a costare 5000 yen (circa 30 €) l’uno!

Inoltre, se inizialmente erano prodotti esclusivamente pensati per i più piccoli, ora sono apprezzati anche dagli adulti con alcune linee dedicate. Al di là dei popolarissimi a tema anime e manga, ci sono anche animaletti kawaii (magari in simpaticissimi vestitini), insetti, dinosauri, mini elettrodomestici e perfino cibi (come onigiri o ramen istantanei). Vista la grandissima varietà non sorprende che questi gadget non restino a lungo sul mercato: questa settimana mini-sushi per il telefono, la prossima magari i migliori piatti da Dungeon Food!

Koppu no Fuchiko

Il gashapon che ci ha colpito di più è Koppu no Fuchiko, rilasciata nel 2012 da Kitan Club. I premi ritraggono una ragazza vestita dagli abiti più bizzarri. La giovane è sempre in pose strane, cosa che è collegata con il suo scopo: infatti queste piccole statuine sono studiate per essere appoggiate sui bordi di tazze, tazzine e bicchieri! A sua volta questo ci porta alla seconda curiosità su questa linea: il nome è un gioco di parole. Infatti, fuchi significa “bordo della tazza”, quindi il nome si potrebbe tradurre come “Fuchiko sul bordo della tazza”.

Inutile dire che il personaggio ha avuto un successo incredibile, soprattutto presso il pubblico femminile più giovane. Non solo, Fuchiko è diventata persino un fenomeno dei social. La fama è confermata in pieno dal successo commerciale: Kitan Club ha venduto più di venti milioni di queste piccole figure, aggiornando costantemente il design per tenerla sulla cresta dell’onda. Un risultato di tutto rispetto per un gashapon!

La sorpresa come segreto per il successo

Gashapon

Gachapon” di Charles Nguyen, da Wikimedia Commons, pubblicata sotto licenza GNU FDL

Quindi qual è il segreto dei gashapon? Come abbiamo detto il mistero sta tutto nella dinamica di acquisto. La sorpresa è un’emozione incredibilmente potente e sempre più rara nella nostra moderna vita pervasa dalla sensazione che ogni cosa sia prevedibile. Ogni cosa sembra pronosticabile e avvenire secondo dinamiche predeterminate.

In questo contesto, i gashapon sfruttano la nostra naturale attrazione per l’inaspettato. Il fatto che il premio sia casuale è il più evidente dei modi in cui viene risvegliato questo nostro ancestrale desiderio. Un altro è il fatto che non tutti i premi sono belli allo stesso modo. Questo ci rende trepidanti di speranza negli attimi che precedono l’apertura della capsula.

Insomma, la realtà è che, al di là delle sorprese stesse, molto dell’appeal insito nei gashapon è frutto di un’ottima trovata di marketing. Ovviamente non tutto il fascino è racchiuso nelle strategie di vendita. Anche la scelta dei brand, spesso famosi, fa la sua parte grazie all’irresistibile potere del collezionismo.

Infatti, oltre al fascino della sorpresa suscitato dall’imprevedibilità della sorpresa, anche il collezionismo possiede dinamiche psicologiche in grado di catturare la nostra attenzione.

L’emblema del collezionismo

Distributori di gashapon

Toy vending machines” di Jackson Jost, da Wikimedia Commons, pubblicata sotto licenza CC0 1.0 Deed

Probabilmente molti di voi hanno collezionato qualcosa loro vita, anche solo le figurine dei calciatori. Tuttavia, il collezionismo non è un hobby così diffuso per caso. Infatti, questa pratica attiva i processi neurologici del piacere e quindi genera in noi un insaziabile desiderio.

La psicologia ha impiegato grandi energie per svelare le dinamiche che si celano dietro al collezionismo, eppure esso resta un fenomeno misterioso. Di fatto i motivi sono molteplici: l’orgoglio di avere la collezione più grande, il senso di appagamento dall’essere considerato un intenditore, il tentativo di avvicinarsi ai propri antenati o di lasciare qualcosa alle generazioni future. Anche la stima che spesso le collezioni generano nelle altre persone e il fatto di sentirsi membri di un gruppo sono cause plausibili.

Insomma, questo è un aspetto della vita umana diffuso e potente. Perciò non sorprende che, combinato al fattore sorpresa, abbia assicurato ai gashapon un grande successo. Tuttavia, sebbene il collezionismo non abbia niente di male in sé, rivela anche il lato oscuro che questi prodotti possono risvegliare nelle persone.

Infatti, il collezionismo può trasformarsi in ossessione. In Giappone la cosa è sempre più diffusa, soprattutto in relazione a questo tipo di prodotti. Infatti, tra i giovani del Sol Levante diventano sempre più diffusi i cosiddetti hikikomori: questi individui sono persone antisociali che spesso vivono reclusi in casa e sfruttano i prodotti mediatici come fuga dalla realtà. Per queste persone oggetti da collezione, come i gashapon, diventano veri e propri feticci da possedere a tutti i costi.

Al di là del becero capitalismo da cui nascono questi gadget collezionabili, non tutti finiscono per essere catturati nella sua rete ed esserne ossessionati. Ci sono schiere di appassionati che ne fanno un consumo sano e consapevole, tentando la fortuna senza però dover trovare necessariamente tutti i premi. Voi che ne dite: avete mai comprato un gashapon? Vi piacerebbe farlo? Accedete al nostro canale Telegram per parlarne con la community di Animaku!

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