Scott Pilgrim Takes Off – Un’ottima rivisitazione

scott pilgrim vs patel

Lo studio di animazione Science Saru presenta un ottimo adattamento del famoso fumetto di Bryan Lee O’Malley, riuscendo a conciliare una nuova visione della storia conservandone però l’inconfondibile stile.

Lo scorso 17 novembre ha debuttato su Netflix Scott Pilgrim Takes Off (o La serie in italiano). Composto da 8 puntate, l’anime è tratto dall’omonimo fumetto di Bryan Lee O’Malley, il quale aveva ispirato anche un film nel 2010. Science Saru (Devilman Crybaby) è lo studio che si è occupato dell’animazione dell’opera targata Netflix.

L’anime si presenta fin da subito in maniera interessante: gran parte dei personaggi della serie TV sono doppiati dagli stessi attori che li avevano interpretati nel film del 2010. Questo fa sì che essa possa vantare un cast di tutto rispetto, grazie a Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Brie Larson e Chris Evans.

Lo stesso discorso vale per i doppiatori italiani. I fan del film diretto da Edgar Wright potranno infatti ritrovare anche le stesse voci già presenti in Scott Pilgrim Vs. The world.


Inizio col botto


Ci troviamo in Canada, a Toronto, dove il ventenne Scott Pilgrim vive col suo coinquilino Wallace… a scrocco. Trascorre le proprie giornate tra le prove con la band indie, i Sex Bob-omb, dove suona il basso, e le uscite con la liceale Knives Chau.

Il ragazzo sin da subito non ci viene presentato come un personaggio positivo: è annoiato, con pochi stimoli, poco rispetto per il prossimo e ancora meno per se stesso. Scott è la rappresentazione di una generazione.

scott e ramona

Nel primo episodio Scott decide di partecipare a una festa, anche se non invitato, dove fa la conoscenza di Ramona Flowers, già apparsagli in sogno qualche notte prima. Questo incontro mette in moto gli eventi. Scott si innamora di Ramona e fa di tutto per rintracciarla dopo averla incontrata, e poi persa di vista, alla festa. I due cominciano una frequentazione, mentre Knives è all’oscuro di tutto. Nonostante i suoi amici gli intimino di rompere con la giovane liceale, lui cerca in tutti i modi di evitarla.

Dopo qualche giorno di frequentazione con Ramona, Scott e la sua band devono esibirsi in un locale. Ma non appena il gruppo comincia il proprio show, fa il suo ingresso in scena Matthew Patel: una vecchia fiamma di Ramona, che spiegherà a Scott come la ragazza abbia un trascorso con diversi ex-partner e che, se Scott vorrà uscire con lei, dovrà affrontarli tutti e sette.

Chi ha letto il fumetto o visto il film, questo breve prologo risulterà familiare. Infatti la prima puntata ripercorre in modo quasi maniacale i primi minuti della versione live action. Quasi ad essere una copia carbone, con addirittura le stesse battute e le stesse inquadrature in alcuni momenti.

Ma, allo stesso tempo, chi conosce l’universo di Scott Pilgrim sa quanto esso sia imprevedibile. Infatti dal finale del primo episodio, e per tutti quelli successivi, la serie targata Netflix inverte completamente la rotta, andando a presentare un autentico sliding doors rispetto all’opera originale.


Cambia il contenuto, ma non la forma


Come già accennato, Scott Pilgrim Takes off è una rivisitazione dell’opera originale. In altre parole, quello potremmo definire un “What If”. L’operazione risulta decisamente interessante, proprio perché il prodotto riesce a dare una nota di freschezza raccontando una storia completamente inedita, ma che non lascerà delusi i fan di vecchia data.

Infatti, se le vicende narrate nella serie animata prodotta da Netflix si distanziano dal prodotto originale, non lo fanno certamente nella forma. Il tratto distintivo di Scott Pilgrim sono le continue e incessanti reference legate all’immaginario e alla cultura nerd e, più nello specifico, a quella degli anni ’90.

La trasposizione animata si presta in maniera particolarmente efficace a questo stile narrativo. Non essendociprimo incontro tra ramona e scott limitazioni causate dai costi della CGI, come nel caso di un live action, i produttori hanno potuto dare libero sfogo alla loro fantasia e alle loro idee.

Non mancano i classici combattimenti in stile picchiaduro arcade, con la presentazione dei personaggi, le scritte “vs” e “Ready. Fight!” e l’immancabile barra della vita nella parte superiore dello schermo. Sempre in pieno stile videogioco, i personaggi, quando perdono uno scontro e vengono sconfitti, lasciano dietro di loro delle monetine.

I riferimenti non si limitano però al mondo videoludico. Non mancano infatti i classici baloon, ripresi dal mondo dei fumetti, con annesse le più svariate e classiche onomatopee.

Queste sono solo alcuni dei rimandi e delle citazioni alla cultura pop, ma ogni puntata ne è pregna. Scovarle tutte diventa quasi parte della fruizione dell’opera stessa.

Ma, come valeva già per le opere precedenti che vedevano il bassista canadese come protagonista, il tema centrale dell’opera rimane invariato: l’amore.


L’amore come arma più forte


Sotto l’ironia demenziale, i combattimenti in stile cabinato e i continui riferimenti, Scott Pilgrim ha sempre avuto alla base, come colonna portante, l’amore. Quell’amore che ti prende all’improvviso e che nessun super malvagio ex, combattimento mortale o potere vegano è in grado di fermare.

ramona flowerI numerosi cambiamenti rispetto al fumetto originale e al film fanno emergere lati di Ramona che non erano ancora stati esplorati e riesce a ribaltare la visione della “ragazza in pericolo da salvare”, senza scadere però nel banale, o in quel politicamente corretto fatto solo per rispondere a determinate dinamiche di mercato.

Gli incontri/scontri che dovrà affrontare Ramona nel corso delle puntate la metteranno di fronte a un percorso non solo di emancipazione, ma anche di redenzione.

Le forme di amore rappresentate in Scott Pilgrim Takes Off sono diverse, ma nessuna dà mai l’impressione di essere stata inserita in maniera forzata. Al contrario, appartiene in maniera del tutto naturale al contesto narrativo nel quale si svolge la vicenda.


Buon lato tecnico, ma con qualche riserva


Il lavoro fatto da Scince Saru, lo studio di animazione di Tokyo che dato alla luce il già citato Devilman Crybaby e il più recente Inu-Oh (qui la nostra recensione), è ottimo. Le animazioni sono sempre ben curate e realizzate. Riescono sempre a dare dinamicità all’azione, pur mantenendo sempre chiarissimo tutto ciò che avviene sullo schermo, nonostante i combattimenti frenetici e i numerosi elementi a schermo.

Nota di merito anche per quanto riguarda i disegni, che, grazie alle loro forme tondeggiante e alle linee morbide, mantengono inalterato lo stile del fumetto di O’Malley, riuscendo a dare non solo una continuità nello stile e nei toni, ma anche nell’estetica e nei tratti.

scott con i sex bo bomb

Il doppiaggio italiano funziona molto bene, risultando quasi migliore rispetto a quello inglese. Esso è infatti forse l’unica nota negativa del prodotto uscito sulla piattaforma. Le interpretazioni del cast americano non sono sempre all’altezza della controparte visiva: risultano spesso piatte e non rendono giustizia alle animazioni. E questo è un peccato, perché le interpretazioni di voci come quelle di Michael Cera, Chris Evans, Brie Larson e gli altri potevano essere un valore aggiunto.

4

#INBREVE

Scott Pilgrim Takes Off riprende lo stile del fumetto cult di O’Malley e lo traspone in una storia completamente inedita, senza però snaturarlo. Le avventure di Scott e Ramona sono coinvolgenti e fanno subito breccia nel cuore di nuovi e vecchi fan. Dopo i successi di fumetto e live action, riuscire a proporre un’ennesima trasposizione del giovane ragazzo canadese non era sicuramente un’impresa facile. Ma grazie a un ottimo comparto tecnico e a una sceneggiatura geniale, la collaborazione tra Netflix e lo studio di animazione giapponese Science Saru riesce appieno nell’impresa.

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