Speciale Sword Art Online: i film tratti dall’opera di Reki Kawahara
In attesa dell’uscita di SAO: Scherzo of a Deep Night su una piattaforma streaming, rivediamo i primi due film della saga di Kawahara.
Per la Stagione degli Anime al cinema 2022 di Dynit in collaborazione con Nexo Digital, arrivano nelle sale i due film della saga Sword Art Online Progressive.
Pubblicati rispettivamente ad aprile e novembre 2022, Sword Art Online Progressive: Aria of a Starless Night e Sword Art Online Progressive: Scherzo of Deep Night riprendono le vicende di Kirito, Asuna e i loro amici nei due anni trascorsi su Aincrad. Con essi si conclude l’arco temporale narrato dalle prime due stagioni dell’anime, svelando alcuni retroscena e spostando il focus su Asuna.
Sebbene il primo dei due sia già disponibile sulla piattaforma streaming Netflix, del secondo non si ha ancora alcuna notizia. Per cui, per gli sfortunati che non sono riusciti a vederlo al cinema ci sarà ancora da aspettare. La speranza è che venga portato in streaming in attesa della prossima stagione di SAO nel 2024.
Sword Art Online – The Movie: Ordinal Scale
Il primo film della fortunata serie esce nei cinema nipponici nel febbraio 2017, mentre in quelli italiani nel giugno successivo. Ordinal Scale si colloca al termine dell’arco narrativo della seconda stagione e vede protagonisti gli interpreti originali dell’anime. Kirito è Yoshitsugu Matsuoka, mentre Haruka Tomatsu è la voce di Asuna. Suguha, Silica e Lisbeth sono rispettivamente interpretate da Ayana Taketatsu, Rina Hidaka e Ayahi Takagaki.
Al regista Tomohiko Itō – già regista degli episodi televisivi – si deve il perfetto equilibrio del film. Reki Kawahara si è personalmente occupato del soggetto e della sceneggiatura, mentre le animazioni sono curate dalla A-1 Pictures. La distribuzione italiana è stata affidata a Nexo Digital.
Nei 120 minuti di visione apprendiamo che il NerveGear è ormai stato abbandonato per lasciare il posto a un nuovo dispositivo: l’AmuSphere, affiancato da Augma. Sebbene il ricordo dei due anni di prigionia non sia ancora svanito del tutto – sono passati solamente due anni dalla fine di SAO -, tutti sono entusiasti delle funzionalità dell’Augma, che consente l’utilizzo della realtà aumentata mentre il giocatore è cosciente. Mentre Asuna, Lisbeth e Silica sfruttano appieno le potenzialità della realtà aumentata, Kirito preferisce mantenere le distanze, se non fosse che in uno degli scontri dell’esclusivo ARMMORPG “Ordinal Scale” appare il primo dei molti boss di Aincrad.
L’idea di mostrare “cosa è successo dopo” Aincrad senza, però, staccarsi troppo dalla filone originale ha dato buoni frutti. La continuità cronologica e di trama fra le prime due stagioni dell’anime e il film ha avvicinato anche coloro che dalla serie si erano progressivamente allontanati con l’incedere della storia. Sebbene Augma rappresenti comunque un buon tentativo di innovamento, non si può dire che la trama del lungometraggio sia particolarmente originale.
Infatti, ritroviamo i protagonisti della serie alle prese con un nuovo gioco e un nuovo cattivo da sconfiggere. Allora a cosa è dovuto il successo di Ordinal Scale?
NerveGear vs Augma
Una delle particolarità del film consiste nel mostrare un Kirito più “umano“. Se Sword Art Online ci ha mostrato un eroe in grado di sbloccare abilità segrete e abbattere qualsiasi ostacolo, apparentemente, senza sforzo, in Ordinal Scale Kirito è solo un ragazzo alle prese con la vita quotidiana: la scuola e la neonata relazione sentimentale con Asuna.
Proprio per questo motivo, all’inizio Kirito non si trova a proprio agio con la nuova tecnologia. Nella realtà aumentata l’utente rimane sempre cosciente del proprio corpo fisico e non ci sono skills che lo potenzino come invece accade nel mondo virtuale. Differenza non da poco, che crea nel nostro protagonista un disagio psicologico e pratico: se non dispone della velocità e della forza a cui era abituato, ogni avversario diventa pressoché impossibile da affrontare. Si potrebbe parlare di una sorta di depotenziamento, ma in realtà la scelta è in linea con il funzionamento di qualsiasi MMO: in ogni nuovo gioco, bisogna ripartire da capo.
Questo ricominciare dal livello 1 ha il merito di permettere all’altra protagonista di emergere. Asuna, infatti, non sembra avere alcun tipo di problema con l’Augma, tanto da scalare rapidamente la classifica dei migliori giocatori di Ordinal Scale. Nel film, quindi, vediamo una Asuna meno spaventata e più entusiasta di gettarsi nello scontro. Nonostante ciò, per una buona parte del film Asuna rimane ancora la damigella in pericolo che lo Spadaccino nero deve salvare. Le pecche relative all’approfondimento dei personaggi sono smussate dalla semplice linearità della storia e tutto e funzionale allo svolgersi degli eventi.
A catturare l’occhio e l’attenzione dello spettatore sono le rapide e roboanti sequenze d’azione magistralmente animate dallo staff di staff di A-1 Pictures. Non a caso, l’ultimo scontro è uno dei più appaganti a livello visivo non solo rispetto agli altri nel film ma anche rispetto a quelli dell’anime stesso. Il ritmo incalzante delle boss fight è fluido e permette di mettere in risalto l’utilizzo delle diverse tipologie di armi e abilità dei player, sfruttando alcuni meccanismi tipici dei veri MMO come l’impiego dei tank per bloccare il mostro.
Un’occasione persa
Sword Art Online: Ordinal Scale rimane fedele al franchise e gli fa sprecare alcune occasioni. Gli spunti di riflessione ci sono, tuttavia non sono particolarmente approfonditi, a partire dal tema legato alla dipendenza dalla tecnologia.
Se l’anime nasce dalla velata critica allo spropositato utilizzo dei dispositivi tecnologici e di internet, il film non coglie pienamente l’occasione, anche se le differenze fra il NerveGear – totalmente alienante – e l’Augma sono evidenti. A essere penalizzati sono soprattutto i risvolti psicologici che nel film non hanno trovato particolare spazio.
La diffidenza di Kirito nei confronti del più recente dispositivo, viene smorzata abbastanza rapidamente e assimilata al disagio di non avere le medesime abilità dei giochi precedenti. Il trauma causato da Kayaba non ha lasciato alcuna traccia né nei protagonisti né negli altri player, che, al contrario, sono preda facile della società produttrice di Augma. Con la promozione di offerte e giveaway, l’AmuSphere ha conquistato il mercato e con esso milioni di utenti, giocando sull’espansione e il potenziamento della realtà.
Sword Art Online Progressive: Aria of a Starless Night
Approdato al cinema nell’aprile 2022, Sword Art Online Progressive: Aria of a Starless Night è il primo della serie Progressive lanciata nel 2012. Il film copre interamente l’arco temporale raccontato nelle light novel e – a differenza dell’anime – il punto di vista è quello di Asuna.
Prodotto dalla A-1 Pictures, la regia di Aria of a Starless Night è di Ayako Kono e sceneggiatura di Yukito Kizawa. Il character design è di Kento Toya. La composizione della colonna sonora è di Yuki Kajiura, musicista, compositrice e produttrice musicale giapponese che ha curato la colonna sonora di Ordinal Scale. Ayase (del duo Yoasobi) ha composto la canzone dei titoli di coda intitolata “Yuke”, mentre LiSA ne è sia autrice che cantante. Interpreti dei due protagonisti sono rispettivamente Haruka Tomatsu (Asuna) e Yoshitsugu Matsuoka (Kirito), i quali avevano prestato la voce nelle precedenti stagioni dell’animate.
La trama del film stavolta si incentra su Asuna Yuuki, interpretata da Tomatsu Haruka. Fin dalle primissime battute scopriamo che la Saetta non è altro che una completa noob, ovvero una novizia di qualsiasi MMO. Tanto che mette il suo vero nome come nome utente e non passa neanche cinque minuti a personalizzare il suo personaggio.
Da perfetta naïf, Asuna non ha la minima idea di cosa sia una quest o quali armi SAO metta a disposizione. E in un gioco dove game over significa morte reale, questo rappresenta un bel problema. Ad assisterla la sua amica e compagna di scuola Mito (Minase Inori). Mito, però, non è solo un’ottima player, ma è anche una dei beta tester del gioco prima del lancio ufficiale. Da brava guida, insegna ad Asuna tutto ciò che bisogna sapere su un MMO (una fortuna del genere a un vero player difficilmente capita).
Bene ma non benissimo
A primo impatto le premesse di Sword Art Online: Aria of a Starless Night sono davvero buone, però c’è sempre un “ma” da tenere in considerazione. Cerchiamo di analizzare cosa ha funzionato e cosa no in questo secondo film della saga.
Abbiamo detto che Asuna è una novizia e priva di qualsiasi esperienza con il NerveGear, e questo la rende la protagonista perfetta per un film basato sulla realtà virtuale e su un MMO. Infatti, è facilissimo, quasi spontaneo, immedesimarsi in lei e richiamare alla memoria le difficoltà che ognuno ha dovuto affrontare davanti a un nuovo gioco con regole e meccanismi propri. Persino il più bravo giocatore del mondo si deve essere confrontato almeno una volta con la stessa sensazione di spaesamento di Asuna ad Aincrad.
Empatia da un lato e curiosità di vedere i retroscena non raccontati nell’anime dall’altro, spingono lo spettatore a rimanere incollato allo schermo. Cosa che entra di diritto nella lista dei pro. Continuando la nostra analisi ci imbattiamo in un personaggio totalmente nuovo: Mito. Qui le cose si complicano un po’. Nella trama-madre i protagonisti sono Asuna e Kirito, e sono loro il fulcro della storia per ben tre stagioni. In Aria of a Starless Night, invece, Mito è l’elemento originale, mai visto prima nella serie. L’amica e compagna di avventure della Saetta ricopre il fondamentale ruolo di protettrice: senza di lei a difendere Asuna e a insegnarle come si gioca ad un MMO, non ci sarebbe stata alcuna protagonista, né alcuna storia d’amore. Perché? Perché la nostra eroina Asuna sarebbe con ogni probabilità morta prima ancora di arrivare al livello 2.
Purtroppo, è proprio questo il punto debole del lungometraggio. Il primo problema del film risiede, infatti, nel nuovo personaggio. Mettendo da parte il fatto che i protagonisti del racconto sono poco approfonditi (con alcune eccezioni), Mito esce di scena quasi subito, abbandonando la protagonista al suo destino. In questo modo, non solo non si ha il tempo di affezionarsi alla sua figura, ma non si riesce nemmeno a empatizzare con essa, finendo per dimenticarsene abbastanza presto. Se è vero che Mito deve lasciare il posto a Kirito per ricollegare gli eventi del film a quelli dell’anime, d’altro canto concederle un po’ di spazio in più non sarebbe stata una cattiva idea.
Detto ciò, è evidente che il film di Ayako Kōno non si discosti particolarmente dal franchising, evitando di aggiungere troppi elementi originali. Altro punto a favore, è la colonna sonora composta da Yuki Kajiura (Demon slayer). Come nel primo film, anche stavolta la musica riesce ad aggiungere pathos e coinvolge lo spettatore. Le animazioni sono curate e dettagliate con sequenze d’azione ben eseguite e con un buon ritmo dialoghi/combattimenti.
In chiusura, vi lasciamo ad alcuni interessanti approfondimenti, come la nostra recensione della prima stagione di Welcome to Demon School, Iruma-kun, e la nostra recensione del manga Blue Box.
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Nonostante alcune lacune, i due primi film del franchise di Sword Art Online sono un ottimo trampolino di lancio per chi non ha mai visto la saga di SAO, ma anche un piacevole intermezzo per quanti sono già fan dell’opera. Ordinal Scale è un buon collegamento con la seconda stagione dell’anime proprio perché copre l’arco narrativo del periodo post Aincrad e Alfheim, durante il quale i protagonisti ritrovano una parvenza di normalità. D’altro canto, Aria of a Starless Night amplia e riempie i buchi temporali fra gli episodi della prima stagione. In definitiva, due lungometraggi sono una visione godibile, non troppo impegnativa e senza troppe pretese. L’aggancio al resto del materiale è coerente e si integrano fluidamente nell’arco narrativo, aggiungendo particolari e svelando retroscena che approfondiscono le dinamiche fra i personaggi.
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