Tabi – The Journey of Life, la recensione: un viaggio nel mondo incantato di Aki Irie

Un funambulo sul sottile filo che divide la realtà dalla fantasia attraversa la nuova opera di Aki Irie. Ecco la recensione di Tabi – The Journey of Life, l’originale collezione di racconti targata J-Pop!

Presentato da J-Pop Manga al Napoli Comicon 2023, Tabi – The Journey of Life è una raccolta di tredici storie brevi scritte e disegnate da Aki Irie, già nota al pubblico grazie ad opere come Il Mondo di Ran e Nuvole a Nord-Ovest. A eccezione dell’ultimo racconto, pubblicato sulla rivista Aokishi, tutti gli altri sono apparsi in vari numeri della rivista giapponese di manga seinen nota fino al 2013 come Fellows! e poi rinominata Harta.

Parlare di una vera e propria trama è, per forza di cose, impossibile. Tuttavia, sono presenti dei solidi fili conduttori che uniscono i racconti in una piacevole e leggera lettura. In certe storie sono palesi, in altre meno, mentre in altre ancora sono apparentemente assenti. In ogni caso, c’è sempre almeno un elemento, un dettaglio o anche un piccolo accenno a quella che è la visione d’insieme della raccolta.

Anche elencare qui di seguito i tredici titoli dei racconti sarebbe controproducente. Se pensiamo ai mondi creati dall’autrice come a delle vere e proprie dimensioni alternative, allora i titoli ne sono la porta di accesso. Essi sono parte integrante del racconto e divertenti da scoprire volta per volta, fatta eccezione per il capitolo Il Mondo di Ran, dove è contenuto un extra della già nota opera. Alcune storie sono molto brevi, altre più lunghe, una persino divisa in più capitoletti; ma ognuna di loro merita la medesima attenzione.

Nelle ultime pagine si può trovare un interessante supplemento dedicato alle illustrazioni fatte dall’autrice per riviste, annunci e occasioni (anche in omaggio a Q Hayashida, autrice della celebre opera Dorohedoro), di cui è presente anche un indice. Inoltre, in postfazione Aki Irie ci racconta l’ispirazione che sta dietro ad ognuna delle sue storie brevi, le sue opinioni a riguardo e le profonde emozioni che, a partire dalle esperienze di vita, si riversano nei suoi racconti.

I fili conduttori di cui si è parlato poco fa sono molti e sicuramente ogni lettore, a seconda della propria sensibilità, è capace di stanare anche quelli più sottili che ad altri, invece, possono sfuggire. In ogni caso, ci sono certamente tre argomenti principali all’interno dell’opera, di cui è praticamente impossibile non accorgersi: la presenza di personaggi femminili incantevoli, mondi impregnati di elementi surreali e, soprattutto, il grande tema del viaggio.


L’incoronazione della femminilità


Si può dire che la femminilità sia dunque una delle colonne portanti dell’intera raccolta. Che siano giovani donne, adulte o persino creature sovrannaturali, Aki Irie mostra un’incredibile accortezza nel rappresentarle. Dona loro carattere, bellezza, spessore e mille sfaccettature in cui chiunque è in grado di riconoscersi.

tabi the journey of lifeOgnuna di loro ha desideri e ambizioni che possono anche essere, in alcuni racconti, apparentemente ridicole ma che creano una connessione con la nostra realtà. Le donne che accompagnano, narrano e rendono vive queste storie emanano luce propria, come se volessero guidare coloro che stanno dall’altra parte della pagina ad essere, sempre e comunque, sé stessi.

Per quanto possano essere incredibili, gli shōnen manga hanno abituato lo spettatore all’immagine di un personaggio femminile secondario, lasciando agli uomini i ruoli di spicco. Questa dinamica è chiaramente dettata dal fatto che il genere è sempre stato indirizzato verso un pubblico composto prevalentemente da ragazzi giovani, riducendo così la donna ad una vacua figura funzionale esclusivamente agli interessi romantici e sessuali dei personaggi maschili. In questa rappresentazione viene coinvolto anche il lettore, uomo presumibilmente eterosessuale che può essere attratto dal genere anche sotto questo punto di vista.

È altresì vero che non serve fare di tutta l’erba un fascio. Negli anni questo tipo di raffigurazione si è modificata, facendo entrare con più forza figure femminili nelle trame degli shōnen. Tuttavia, è innegabile che anche in opere odierne si assista ancora a varie forme di oggettivizzazione della femminilità, dove il ruolo di protagonista è spesso e volentieri legato comunque a un uomo e l’utilizzo del fan service è una costante piuttosto insistente.

Possiamo dire che, in un settore dove la figura femminile viene relegata a stereotipi, l’opera di Aki Irie rompe gli schemi. Essere delle protagoniste, prendere le proprie decisioni, usare la creatività, l’intelligenza e le proprie emozioni sono una potente arma contro le canonizzazioni. In questo senso, l’unico capitolo che sembra essere ancora un po’ ancorato nel canone è l’extra de Il Mondo di Ran, dove la figura forse eccessivamente protettiva del fratello sembra prendere una direzione diversa rispetto ai personaggi presenti in tutte le altre storie. Tuttavia, Ran è comunque la protagonista della sua opera e già solo questo fatto non è per nulla da sottovalutare.

Insomma, se si ha voglia di un distacco da quella che è la tradizione dello shōnen e avvicinarsi di più al genere seinen (indirizzato ad un pubblico più maturo) per scoprire una nuova strada in cui le donne sono protagoniste delle loro storie, con personalità interessanti e in grado di rompere gli stereotipi, Tabi – The Journey of Life è certamente un ottimo modo per farlo.


La naturalezza dell’illusione


Alcune delle protagoniste sono quindi delle creature sovrannaturali che rientrano in quello che è il secondo pilastro che sostiene la raccolta: il surreale.

I mondi rappresentati non si possono propriamente far rientrare nel grande genere del fantasy. È vero che si tratta di luoghi densi di magia e situazioni fantastiche, ma sono anche legati fortemente a quello che è il mondo percepito in prima persona dal lettore stesso.

Quando si parla di surreale, si intende un qualcosa che è in grado di oltrepassare la linea che separa la realtà sensibile per dare spazio all’interiorità e, soprattutto, al sogno. Quest’ultimo è un elemento costante all’interno dell’opera, come una nuvola che sorvola omogeneamente tutte le storie al fine di creare delle autentiche visioni oniriche.

tabi the journey of lifeL’elemento sognante è anticipato da un piccolo dettaglio visibile sulla sovracoperta del volume stesso. Sui bordi, in caratteri quasi illeggibili, si riescono a distinguere queste parole: “Will dich im Traum nicht stören, wär schad’ um deine Ruh’, sollst meinen Tritt nicht hören – sacht, sacht die Türe zu. Schreib’ im Vorübergehenans Tor dir: gute Nacht, damit du mögest sehen, an dich hab ich gedacht”. Tradotto dal tedesco, significa “Non ti turberò nel sonno, voglio la tua pace; camminerò in punta di piedi, pian piano chiuderò la porta! Passando ti scriverò sull’uscio: buona notte. Così avrai la prova che io t’ho pensato”. Questa è l’ultima parte della composizione per pianoforte e canto Gute Nacht di Franz Shubert, primo brano del ciclo di Lieder Winterreise, Viaggio d’Inverno. È come se queste parole facessero letteralmente da cornice al contenuto dell’opera che il lettore si appropinqua a leggere.

A sostenere in modo eccellente l’azione del surreale all’interno dei racconti c’è, senza ombra di dubbio, la natura. Essa ci protegge, ci incanta, ci aiuta e soprattutto regala vita a tutto ciò che ci circonda quotidianamente. La sensazione che suscitano alcune delle storie nella raccolta è piuttosto difficile da descrivere a parole. Il modo migliore per farlo è immaginare il corpo fisico dei personaggi come una lastra di vetro. Dall’interno è possibile vedere il panorama esterno e viceversa, non sono uno il riflesso dell’altro ma sono coesistenti, prendendo “spunto” e facendosi dono l’uno della presenza dell’altro. La conclusione è che c’è un pezzo di natura all’interno dei singoli personaggi e, in contemporanea, un pezzo della loro anima si fonde con essa. Questo meccanismo crea un continuo scambio tra l’essere umano e il mondo naturale che non può che emozionare il lettore.

Com’è incredibilmente percepibile nella sua rappresentazione dell’Islanda in Nuvole a Nord-Ovest, Aki Irie sembra avere un grande dono nel mostrare l’essenza stessa della natura. Il suo tratto così fine da risultare quasi effimero crea in realtà un perfetto disegno di natura incontaminata ma allo stesso tempo ricca di dettagli. L’elemento che colpisce di più sono i suoi panorami sconfinati, dove molto spesso i personaggi ricoprono un piccolissimo spazio nella totalità della pagina, come se anch’essi condividessero lo stupore del lettore davanti a quella che è la vera protagonista della scena. Per questo motivo, quando si leggono le opere di Aki Irie è quasi d’obbligo fermarsi un secondo ad osservare le singole tavole, anche avvicinando un po’ di più le pagine al proprio viso, per non perdersi nemmeno un piccolo tratto.


Spirito errante


Probabilmente non è un caso che le strofe presenti sui bordi della sovraccoperta provengano da una composizione chiamata Viaggio d’Inverno. Lo stesso titolo, Tabi, in giapponese significa “viaggio” e il sottotitolo “The Journey of Life” non fa altro che sottolinearlo nuovamente. Questi elementi portano inevitabilmente a pensare che sia proprio il viaggio il tema principale dell’opera.

I significati che si possono dare a una parola di così tanto spessore sono innumerevoli. Il loro valore intrinseco dipende da persona a persona, soprattutto per quanto riguarda, appunto, il viaggio della vita. Ovviamente c’è un unico viaggio per ognuno di noi, con un inizio e una fine ben chiari, ma questa non è la sola verità. In una singola vita si compiono viaggi in ogni momento, anche in un solo secondo. Si tratta di un viaggio di andata? Di un viaggio di ritorno? Oppure di un viaggio senza meta, il cui solo obiettivo è farsi trasportare dalla corrente? Di qualunque tipo esso sia, non esiste un modo sbagliato di intraprenderlo. La sola certezza è che rimanere incollati all’unico viaggio che ci viene offerto senza cominciarne altri di nostra iniziativa è limitante. Quando si viaggia «il mondo che conosciamo si amplia», dice l’autrice in postfazione.

Il cambiamento, la crescita personale, i dubbi e la felicità che i viaggi della vita suscitano all’interno di ogni singolo individuo sgorgano dalle pagine. Questi elementi riportano alla mente del lettore ricordi passati e fanno crescere il desiderio di crearne di nuovi. Le storie di Aki Irie ci costringono a viaggiare, ad ammirare il nuovo, il diverso così come l’inesplorato e lo fa in modo davvero impeccabile. I suoi mondi incantati avvolgono il lettore, lo conducono dolcemente al loro interno e ci fanno dimenticare che essi non siano la realtà. La fantasia della loro autrice li rende unici e al contempo mostra l’importanza di esaltare e nutrire ogni giorno la propria immaginazione. È proprio dentro di essa che è racchiusa una bellezza spesso sconosciuta o sottovalutata, ma che può riversarsi come un fiume in piena in opere come questa.

Far esplorare al corpo fisico luoghi completamente diversi rispetto a quelli presenti nella propria quotidianità è certamente fondamentale. Tuttavia, è altrettanto importante far viaggiare la mente, errare all’interno della propria anima e al contempo superare i limiti della realtà. Per trovare un equilibrio tra ciò che ci può offrire il mondo materiale e quello che invece si ha la capacità di creare grazie alla fantasia è necessario mettere costantemente in discussione il proprio punto di vista, rimanere sospesi a metà tra il dubbio e la certezza, e quale miglior modo per farlo se non attraverso un’avventura?

È strano pensare che tutta questa profondità possa essere contenuta in racconti di poche pagine, con brevi dialoghi e una trama estremamente genuina. Eppure, sono proprio queste caratteristiche a renderli coerenti con la bellezza che vogliono rappresentare. L’elementarità non è vista qui come una sorta di mancanza o addirittura un difetto, ma come forza motrice della storia. La gioia che ci dona un viaggio deriva dai piccoli dettagli di cui è composto che, una volta uniti tra loro, generano un incredibile ricordo. Tuttavia, proprio come per le tredici storie di Tabi – The Journey of Life, la spettacolarità deriva, ironicamente, da una sfrenata e meravigliosa semplicità.

In chiusura, vi lasciamo la nostra recensione di Takopi’s Original Sinrecensione di Estate infinita.

4.5

#INBREVE

Tabi – The Journey of Life è un’ottima opera sia per chi ha già una certa familiarità con le opere di Aki Irie, sia per chi è interessato a conoscere una nuova e originale autrice. Con mondi incantati, personaggi interessanti e trame semplici ma efficaci, i suoi racconti brevi ci trasportano su una leggera nuvola di fantasia alla scoperta di un volume perfetto per chiunque volesse immergersi in una lettura particolare e alternativa. Gli inconfondibili disegni di Aki Irie non possono che essere un valore aggiunto a quella che è una raccolta di per sé unica, grazie anche alla bellissima edizione curata da J-Pop.

Studentessa brianzola di 23 anni. Frequento Mediazione linguistica e culturale presso l'Università Statale di Milano. Da circa dieci anni coltivo una grande passione per il mondo animanga. Questo interesse con il tempo si è ampliato alla lingua e alla cultura asiatica, il che mi ha portato a scegliere come lingue di studio il cinese e il giapponese. Per circa sei mesi ho lavorato come commessa in una fumetteria. Inoltre, durante il quarto anno di liceo linguistico ho vissuto a Phoenix in Arizona per dieci mesi.

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