Until I meet my husband, il racconto di un’attivista giapponese

Copertina interna
Se doveste rivolgere lo sguardo indietro, nel passato, e vedere voi stessi mentre attraversate i momenti più difficili della vostra vita, cosa pensereste? Cosa vorreste dirvi per rassicurarvi?

Ciò che Ryousuke Nanasaki fa nel suo romanzo (e nell’omonimo manga) Until I meet my husband è proprio una retrospettiva della vita che ha vissuto – partendo dall’infanzia fino all’età adulta – in quanto uomo gay nei primi anni 2000 in Giappone. Nanasaki guarda alle sue spalle e ripercorre il dolore, i piccoli progressi, i rifiuti e i successi che ha vissuto prima di diventare la persona che è oggi: un uomo orgoglioso della propria identità e della propria sessualità.


La ricerca della “normalità”


Foto dal romanzo

Ryousuke Nanasaki nasce in Hokkaido, un’affascinante regione nel nord del Giappone ricca di bellezze naturali, ma molto lontana – geograficamente e metaforicamente – dalla frizzante vita della metropoli più grande al mondo, Tokyo, famosa per la sua eccentricità e modernità.

Il racconto di Until I meet my husband parte proprio dai banchi di scuola, primo luogo in cui Nanasaki si confronta con il mondo, con l’altro. Tra giochi e ricreazioni però, Nanasaki ha gli occhi puntati addosso.

«Non startene lì a fare i pupazzi con le femmine!»

Urlano i suoi compagni maschi, deridendolo. Ben presto le prese in giro aumentano, portando a un’escalation per nulla piacevole. È un giorno in particolare che cambia radicalmente la percezione che il piccolo Ryousuke aveva di sé stesso.

«Allora, pensate che Nanasaki sia un finocchio? Perché lo chiamate così? Io ritiengo che sia un bambino assolutamente normale»

Eccola. È proprio quella parola, normale, che causa un tuffo al cuore di Nanasaki. Possibile che lui non sia normale? Ma lui si sente come gli altri, si vede come gli altri, cosa ci sarebbe di anormale in lui?

«Iniziai a pensare di essere strano. Di avere qualcosa che non andasse»

Intrappolato in questo costante senso di confusione e straniamento, Ryosuke passa l’infanzia e l’adolescenza in un limbo. Carico di rifiuto per la sua identità sessuale, alla ricerca dell’omologazione e dell’accettazione da parte dei suoi coetanei. Un’adolescenza alla ricerca della normalità ma segnata da una profonda infelicità. Ma, nonostante queste difficoltà, Ryousuke riesce a vedere la luce una volta trasferitosi nell’eclettica Tokyo, in cui scoprirà quanto sarà più facile per lui abbracciare quel lato di sé che ha tenuto sempre nascosto.

Tra amori non corrisposti, crisi adolescenziali ed esperienze che mai avrebbe immaginato di vivere sulla sua pelle, Ryousuke ci racconta passo passo la sua vita e la sua crescita. All’insegna di una sempre maggiore consapevolezza di sé, unita a un orgoglio per la propria sessualità, la sua ricerca della felicità e del vero amore ci accompagna per tutte le pagine dell’opera.


Un percorso difficile


Immagine all'interno del romanzo Until I meet my husband

La storia di Ryousuke ha sicuramente un lieto fine, ma il suo è stato un percorso accidentato e non sempre facile da intraprendere.

Le difficoltà di cui ci parla Ryousuke sono in primis di natura sentimentale e romantica, ma sono sempre legate a doppio filo con il pressante giudizio della società. Che sia attraverso amori non corrisposti o difficili coming out, ciò che arriva al lettore è sempre l’enorme fatica che le persone della comunità LGBTQI+ devono compiere per farsi accettare dal resto del mondo. Come se la loro semplice esistenza debba passare sotto il controllo e il vaglio del resto della società.

In una costante lotta tra il nascondere in fondo ad un cassetto la propria identità e il liberarsi più velocemente possibile dai vincoli imposti.

Ciò che traspare maggiormente, soprattutto nel romanzo, è proprio questa difficoltà costante che le persone queer hanno dovuto (e devono) affrontare per farsi accettare. Ryousuke ce lo racconta bene, non solo attraverso la sua vita personale ma anche attraverso quella di persone a lui vicino.

«Mentre parlavo con Kenji, immaginai la scena di noi due che, a bordo di una macchina del tempo, tornavamo indietro al periodo delle medie e abbracciavamo forte i noi stessi del passato, tranquillizzandoli “andrà tutto bene”. Certo, non avremmo potuto sbilanciarci e dire loro che li aspettava un futuro radioso. Per quello c’è bisogno di fare ancora dei passi avanti.»

Il suo lavoro da attivista rende Ryousuke un narratore efficace, un vero megafono per le persone che ogni giorno condividono i suoi disagi. Disagi dovuti alla cultura e alla società giapponese, ancora molto chiusa sulle tematiche dei diritti sociali, insieme al suo sistema giudiziario. Infatti, ciò che ha ispirato Ryosuke a scrivere questo romanzo è stato proprio il suo atto rivoluzionario di unirsi legalmente al suo compagno. Grazie ad una cerimonia e un contratto privato -ma comunque ufficiale- di partnership, la coppia ha sancito il proprio sogno di potersi chiamare l’uno il marito dell’altro.

Nel 2015,  inoltre, Ryousuke e suo marito fondano la Onlus LGBT Community Edogawa che propone varie attività per la comunità locale. Accrescendo sempre di più i propri iscritti, è riuscita a raggiungere traguardi molto importanti. Nel 2019, grazie ad una petizione consegnata all’amministrazione di Edogawa, la Onlus è riuscita a permettere di rendere accessibili alcuni immobili comunali alle coppie omosessuali. In più, nella stessa prefettura, dal 1° Aprile è entrato in vigore il sistema della partnership.


Tra romanzo e fumetto


Il progetto di Until I meet my husband ha avuto la fortuna di riscuotere un enorme successo. Ciò ha permesso al romanzo di essere pubblicato come manga edito da Star Comics. La storia di Nanasaki viene portata in vita dalla penna di Yoshi Tsukizuki, autrice che già si era cimentata nel genere dei boys love.

Il suo stile molto semplice e dai tratti delicati ma incisivi si incontra perfettamente con la narrazione di Nanasaki. Il disegno così chiaro e delicato dà vita ai protagonisti della storia di vita di Ryousuke, rendendo ancora più vivido e commovente il suo racconto

Il consiglio, però, è quello di affiancare la lettura del manga a quello del romanzo. Se, infatti, il manga ha come punto di forza l’impatto emotivo dato dalla rappresentazione visiva della storia, il romanzo risulta più approfondito e dettagliato. Attenzione, con questo non si intende una lettura più noiosa, tutt’altro.

La lettura è scorrevole, delicata e spesso divertente. Dalle parole dell’autore traspare a pieno l’emotività che si cela dietro al sufotografia panelo racconto. Inoltre, Nanasaki riesce a bilanciare momenti più amari a battute divertenti, arrivando poi alla dolcissima conclusione in cui racconta la bellissima cerimonia di matrimonio e l’attività della Onlus.

Ciò che rende così  godibile le due opere è il linguaggio semplice e sincero di un uomo che si mette a nudo davanti ai lettori. Questo stile narrativo molto intimo fa trasparire un senso di familiarità con l’autore, permettendo di empatizzare ancora di i più con la sua esperienza. Il libro diventa una sorta di diario in cui le memorie dell’autore si uniscono a flussi di coscienza e riflessioni sull’amore, sulla solitudine e sulla società.

Insomma, si consiglia un’esperienza di lettura a 360 gradi per poter apprezzare a pieno la storia personale di un uomo che si è battuto per il diritto di molte persone a raggiungere la felicità che desideravano.

«Il disprezzo che provavo nei confronti di me stesso e della mia omosessualità mi aveva riservato non poche sofferenze e amori non corrisposti, ma procedendo per la strada che avevo intrapreso, seppur allungando di parecchio il tragitto, alla fine sono riuscito a raggiungere la felicità. Con questo non voglio lodare i miei successi, ma rimarcare che persino una persona come me può farcela. Ora sono qui per gridare al mondo la mia immensa felicità (…) Il mio desiderio è che questo libro possa infondere almeno un po’ di speranza, sicurezza e fiducia in sé stessi a tutti i lettori che si sentono come mi sentivo io all’epoca»

#INBREVE

Un grido di speranza, tra attivismo e amore

La dolcezza mista al realismo della storia di Ryousuke Nanasaki, attivista gay e fondatore di un’agenzia di wedding planning, lancia un messaggio di speranza per tutte le persone della comunità LGBTQI+. Un romanzo delicato e sincero che trova una perfetta rappresentazione nell’omonimo manga illustrato da Yoshi Tsukizuki.

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